“Potete chiamarmi un inguaribile ottimista. Ma penso che un accordo per evitare il fiscal cliff sia ancora possibile”. Barack Obama appare rilassato, fiducioso, nella sua ultima dichiarazione pubblica dalla Casa Bianca, prima di Natale. Il presidente e famiglia stanno per partire per le Hawaii, dove passeranno le vacanze natalizie. Ma prima di salire sull’aereo, Obama fa un passo ulteriore in tema di fiscal cliff. Concede che “un accordo ampio” è a questo punto improbabile, ma che entro il 31 dicembre è comunque possibile votare una misura più ridotta, che eviti la disastrosa combinazione di tagli alla spesa e aumenti delle tasse che potrebbe aprire una nuova fase di recessione per l’economia americana.

Obama ha parlato dalla Casa Bianca dopo aver incontrato il capogruppo democratico Harry Reid e aver discusso a lungo, telefonicamente, con lo speaker della Camera, il repubblicano John Boehner. Obama ha parlato soprattutto dopo il voto della Camera, giovedì sera, quando una pattuglia di repubblicani si è rifiutata di dare l’ok al progetto di Boehner, che avrebbe alzato le tasse per gli americani che guadagnano più di un milione di dollari. Il presidente non ha offerto alcun elemento nuovo, ma si è detto comunque fiducioso sul futuro: “Siamo tutti d’accordo sul fatto che le tasse non debbano aumentare per il 98% degli americani – ha detto – Non c’è assolutamente ragione per non tutelare questi americani da un aumento delle tasse. Almeno accordiamoci ora su quello su cui siamo tutti d’accordo”.

Pur in mancanza di dettagli più precisi, è emerso in queste ore il piano che la Casa Bianca intende seguire. Nei giorni scorsi Obama ha più volte formalizzato la sua proposta. Aumento delle imposte per gli americani che guadagnano più di 400 mila dollari, ciò che permetterebbe di raccogliere 1200 miliardi di dollari in 10 anni. Altri 1200 miliardi dovrebbero arrivare dai tagli alla spesa sociale, che andrebbero ad aggiungersi ai 1000 miliardi di tagli già decisi lo scorso anno. Nelle ultime ore, soprattutto dopo l’incontro con Harry Reid, Obama e i democratici hanno fatto un passo ulteriore verso i repubblicani. L’aumento delle tasse potrebbe infatti scattare per i redditi superiori ai 500 mila dollari. Il provvedimento, da votare giovedì prossimo, quando deputati e senatori torneranno dalle vacanze di Natale, conterrebbe anche una misura per estendere i sussidi per due milioni di americani disoccupati.

E’ questo dunque “l’obiettivo raggiungibile in 10 giorni” di cui Obama parla e cui ha voluto dare un tono bipartisan, sopra le parti: “Evitare un aumento delle tasse per la classe media non è una responsabilità repubblicana o democratica. Con i loro voti, gli americani hanno detto che governare vuol dire una responsabilità condivisa tra i due partiti”. Obama ha anche cercato di apparire scherzoso, ottimista, come se l’accordo fosse davvero dietro l’angolo: “Che tutti si rilassino – ha detto -, che bevano rum e latte, che mangino biscotti di Natale, che cantino qualche canto natalizio, che passino del tempo in compagnia dei loro cari e poi tornino a Washington a votare”.

In realtà, la situazione appare ancora particolarmente incerta e delicata. Un numero consistente di repubblicani resta contrario a qualsivoglia aumento delle tasse. Lo dimostra l’affossamento della proposta di Boehner, che avrebbe aumentato le imposte soltanto allo 0,3% della popolazione americana. I repubblicani potrebbero poi decidere di far scattare l’ostruzionismo nel momento in cui una legge arrivasse al Senato. Ancora ieri, alla domanda se i repubblicani pensano di usare l’ostruzionismo, il capogruppo repubblicano al Senato, Mitch McConnell ha risposto con un elusivo: “Buon Natale”.

L’ottimismo di Obama in queste ore si basa comunque su un fatto. I repubblicani non possono correre il rischio di apparire come il partito che fa salire le tasse al 99% degli americani, per salvare l’1% più ricco. Tutti i sondaggi effettuati in questi giorni mostrano che la grande maggioranza degli americani addosserebbe proprio al partito di Boehner la responsabilità di un fallimento della trattativa. Il piano di Obama, a questo punto, è quindi soprattutto uno. Far arrivare al Congresso una legge che preveda un tetto di 500mila dollari – e non più 400mila – oltre cui far crescere le tasse. In cambio della concessione, i repubblicani dovrebbero astenersi dall’ostruzionismo al Senato. Una parte di loro dovrebbe invece votare a favore alla Camera, permettendo al provvedimento di ottenere la maggioranza. La legge cancellerebbe anche i previsti tagli alla spesa militare, tema cui i repubblicani sono particolarmente sensibili. E’ ovvio comunque, come ha spiegato ancora ieri l’ufficio di Harry Reid, che un provvedimento del genere “deve godere dell’appoggio esplicito di McConnell e Boehner”. E questo appoggio, per il momento, non è ancora arrivato.

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