Mille appartamenti all’asta in una settimana, e a parlarne sono solo gli elenchi pubblicati sugli appositi spazi dei grandi giornali, quasi che non costituissero un fatto, una notizia, in ultima analisi uno scandalo. Ma non è esatto: a parlarne c’è anche un post di poche righe, su una pagina Facebook che ho imparato a tenere d’occhio e che consiglio. Perché l’indignazione di un uomo che conosce le Borse come le sue tasche – che si è formato nelle università di chi governa la crisi europea, che dedica buona metà del suo tempo a occuparsi di persone che hanno perduto la casa, il lavoro e spesso anche le relazioni che le sostenevano – è davvero una strana, impagabile scuola di realismo. 

Ecco cosa c’era scritto, ieri, sulla pagina FB della Fondazione Condividere:

Leggendo il Corriere della Sera di oggi, ho trovato ben 12 pagine di esecuzioni immobiliari del Tribunale di Milano. Considerate che ogni pagina contiene circa 80 inserzioni, stiamo parlando di quasi 1.000 appartamenti che vanno all’asta questa settimana perché espropriati ai proprietari non più in grado di pagare le rate del mutuo e quindi di almeno 2-3.000 persone che hanno perso la casa. Tenete conto che sino a 2-3 anni fa queste aste del Tribunale non occupavano più di 4-5 pagine… È veramente sconcertante… 

Perché queste parole non vengono pronunciate da quelli che dovremmo andare a votare?

In Francia, una donna trentasettenne, ministro per le politiche abitative, ha recentemente proposto di requisire gli edifici inutilizzati di proprietà pubblica e privata – caserme, palazzi di istituti bancari e assicurativi, immobili della Chiesa – e di usarli per alloggiare i senza tetto.

Ora, provate a leggere un vecchio articoletto dell’archivio storico del Corriere della Sera, nella rubrica Domande & risposte. Spiega come approfittare senza correre rischi e con serenità d’animo della possibilità di acquistare a buon prezzo gli immobili resi liberi dalle procedure esecutive, sempre più numerose grazie alla crisi.

Sugli stessi giornali, negli stessi palinsesti televisivi, possiamo trovare una pagina in cui ci si occupa degli esiti sociali delle politiche economiche, della povertà e dei suicidi per disperazione – con interventi di sociologi, filosofi, politici; e un’altra pagina in cui si dà per scontato, come il tempo, come l’alternarsi delle stagioni, come le regole degli affari – dei buoni affari che queste politiche e persino queste morti permettono – che ci siano espropri, sfratti, pignoramenti, fallimenti, licenziamenti.

Cause di morte, per parafrasare Ingeborg Bachmann, che intendeva quei sommovimenti sotterranei, quelle perdite di un punto essenziale d’equilibrio, quelle ingiustizie patite che nessuno potrà mai nominare come assassinii, di cui non abbiamo nemmeno consapevolezza. È la logica binaria, il doppio registro, forse la schizofrenia con la quale, giorno per giorno, ci viene insegnato a guardare il mondo. Persino quando ci diciamo di sinistra. Persino quando siamo noi a farne le spese.

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