“Il nostro è un piano coraggioso, non per deboli di cuore. L’evento di oggi è il primo passo concreto”. L’ad della Fiat, Sergio Marchionne, a Melfi con il presidente del Consiglio Mario Monti e con il presidente di Fiat John Elkann, parla di una “giornata molto importante” e conferma gli obiettivi del Gruppo per il 2012: un utile della gestione ordinaria di circa 3,8 miliardi e un utile netto di 1,2 miliardi.

Annunciando un investimento complessivo di 1 miliardo di euro nello stabilimento di Melfi, Marchionne sottolinea che la scelta di investire in Italia non è azzardata: “E’ stata una decisione non facile e non scontata in un mercato in caduta libera. Abbiamo scelto la strada del coraggio in un momento di crisi. Abbiamo scelto di toglierci dalla mischia dei marchi generalistici e andare a competere nella parte alta del mercato. Ne abbiamo tutte le possibilità e i mezzi per farlo. In 3-4 anni raggiungeremo il pareggio delle attività in Italia e in Europa”.

“Abbiamo in programma di portare in produzione negli impianti italiani 17 nuovi modelli e 7 aggiornamenti di prodotto da qui al 2016. Questo ci permetterà di ottenere già nei prossimi 24 mesi un aumento significativo dell’attività produttiva fino ad arrivare ad un pieno impiego di tutti i nostri lavoratori. Si tratta di un impegno enorme che ci sentiamo di prendere prima di tutto per onorare la responsabilità sociale che è collegata al nostro modo di intendere il business e lo facciamo anche in relazione al contesto economico attuale e agli sforzi avviati negli ultimi 12 mesi affinché l’Italia possa tornare a essere competitiva. Non ci siamo mai tirati indietro in passato e non intendiamo farlo ora che è in corso un processo di risanamento del Paese”. A Melfi la Fiat produrrà, a partire dal 2014, due nuovi modelli: il mini suv a marchio Jeep e un nuovo suv a marchio Fiat 500 x. “A regime lo stabilimento lucano produrrà 1600 vetture al giorno – precisa Marchionne – con una produzione organizzata su tre turni, lo stabilimento sarà all’avanguardia mondiale”. 

Marchionne, prima di lasciare la parola a Monti, ringrazia il premier per “ciò che ha fatto” alla guida del paese: “L’agenda del suo governo dimostra coraggio e lungimiranza e mi auguro che chiunque avrà la responsabilità di gestire il Paese prosegua sulla stessa strada avviata e porti avanti un programma che è l’unico in grado di restituire all’Italia il posto e la considerazione che può meritare”. Una continuità auspicata anche da John Elkann: “Se oggi i nostri piani di sviluppo e i nostri programmi per il futuro sono credibili lo dobbiamo anche alla stabilità che l’Italia intera ha saputo riguadagnare, in Europa e non solo. Ora che il governo si appresta a chiudere questa pagina della nostra storia politica recente noi auspichiamo che la ritrovata stabilità non venga meno”.

Secondo Monti, l’esempio di Melfi è “emblematico della svolta possibile in Italia” e che, pur essendo “solo all’inizio delle riforme strutturali”, sarebbe “irresponsabile dissipare i tanti sacrifici che gli italiani si sono assunti”. Tredici mesi fa, ricorda il premier “l’Italia aveva la febbre alta e non bastava un’aspirina” ma ci voleva una “medicina amara non facile da digerire ma assolutamente necessaria per estirpare la malattia”. Riguardo all’impegno di Fiat, Monti auspica che Melfi sia solo un punto di partenza per un impegno di maggior respiro: “Qui l’impegno preso dalla Fiat è stato mantenuto, adesso mi auguro che partano presto gli investimenti per gli altri stabilimenti del Gruppo in Italia”.

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