Pan de pueblo. O meglio pane anticrisi. Lo chiamano così a Quart de Poblet, paesino iberico alle porte di Valencia, dove il forno di Pepe Navarro è preso d’assalto. Il motivo? Qui si vendono baguette a 20 centesimi. E ci sono offerte continue sugli altri prodotti artigianali. Solo due mesi fa, il panificio era sull’orlo della bancarotta a causa della crisi. Adesso conta oltre quattromila clienti al giorno. E le cifre continuano a salire. La scelta folle e disperata del panettiere, che ha deciso di mettersi in gioco fin all’ultimo, ha fatto centro. Anche se quello che lo ha davvero spinto a cambiare radicalmente giro d’affari è stata, ha detto alla stampa spagnola, “la necessità reale del mercato”, perché “qui c’è gente che non arriva a fine mese”.

A Valencia ogni giorno homeless, disoccupati, lavoratori occasionali fanno la fila quasi due ore per comprare l’alimento base a un quarto del prezzo convenzionale. La coda si forma già alle sei del mattino. E l’attesa davanti al forno non è altro che una metafora del bisogno sociale. La maggioranza sono pensionati, condannati a reggere intere famiglie in una Spagna in crisi, corrotta e disperata. Arrivano dalla capitale, ma anche dai paesi della Comunidad Valenciana, e portano via fino a 30 baguette a 20 centesimi l’uno. Non senza ringraziare i dipendenti e mandare un saluto affettuoso al proprietario. Il panificio è al collasso, tanto che Navarro è stato costretto ad ampliare la struttura e assumere nuovo personale per rifornire il negozio fino a otto volte al giorno. Perché a Quart de Poblet si vendono dai 15 ai 20 mila filoni. Dalle 6 del mattino alle 9 di sera. Senza interruzione. Al fornaio valenciano l’affare gli è andato così bene che ha deciso di aprire due nuovi negozi. Uno a Gandia. L’altro a Torrent. Da allora a Valencia è scoppiata la guerra del pane. Molte panetterie, accanto alle solite baguette a 0,75 euro, adesso vendono filoni a 0,20. Ma tutti lamentano che “non ci sono i numeri” e che è impossibile fare un pane low-cost a quel prezzo. O per lo meno non al di sotto di 40 centesimi. Senza contare la concorrenza sleale. Nel settore poi non fanno credito. E accusano il panettiere di vendere in perdita: una pratica illegale, ma difficile da dimostrare.

La preoccupazione è che la guerra del pane finirà col mettere a rischio migliaia di posti di lavoro nei prossimi mesi, soprattutto se trascinerà dentro anche la grande distribuzione. Navarro però sostiene che i suoi numeri quadrano. Che il segreto è fare il pane “con amore”. E che “niente è impossibile”. Così quest’uomo di mezza età, che ha trascorso vent’anni in mezzo ai sacchi di farina, continua a produrre 50 mila baguette al giorno di 190 grammi l’uno. Jéssica Ruiz, responsabile del forno di Quart de Poblet, non ha dubbi: “Non c’è nessuna differenza. Nessun ingrediente in meno. Il peso è un po’ ridotto e il pane un po’ più piccolo”. Ignaro di essere l’epicentro della tempesta, Pepe Navarro pensa già di aumentare la propria capacità produttiva e la forza lavoro, che si aggira a un centinaio di dipendenti. Dal panificio, infatti, fanno sapere che, fin quando ci sarà la crisi economica, le baguette saranno vendute a 20 centesimi. Per sfamare gli spagnoli. Ai clienti bisognosi allora non resta altro che contare gli spicci. Almeno finché l’offerta sarà sul mercato.

 

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