Dopo due anni e due mesi lascio questo blog sul fattoquotidiano.it. Da gennaio mi trasferirò in una nuova casa, con nuovi impegni e diverse responsabilità. 

È stata una esperienza fantastica. Ho imparato molte cose, prima di tutto da chi, passando di qui o trovando i miei post in giro per la Rete ha letto, ha commentato, ha messo a nudo le fragilità dei miei ragionamenti e ha condiviso i miei articoli quando ho scritto qualcosa di convincente. 

Il sentimento che vorrei riuscire a comunicare attraverso questo post di congedo è la gratitudine. Grazie a Federico Mello che mi ha chiesto di aprire un blog qui, a Paola Porciello che mi ha sopportato per ventisei mesi, a tutti i ragazzi della redazione che mi hanno aiutato con la pubblicazione dei post. Grazie al direttore Peter Gomez, che mi ha sempre sostenuto; grazie ad Antonio Padellaro e a Marco Travaglio, grazie alla redazione di Roma e a quella di Milano. 

Grazie ai tanti blogger che animano questo sito, con cui ho avuto la costante possibilità di confrontarmi dal vivo, sui social media e su questo spazio. Grazie a tutte le persone che ho conosciuto in questi anni, sia virtualmente che grazie agli eventi in giro per l’Italia. Grazie a chi mi ha dato spunti per riflettere prima di scrivere, o dopo aver scritto.

Grazie a chi mi ha inviato mail per complimentarsi o per insultarmi, a chi lo ha fatto direttamente e a chi è passato per gli indirizzi di posta della redazione. Grazie a chi mi ha detto che dovrei scrivere di più e a chi invece chiesto che il mio blog fosse eliminato perché non all’altezza della testata. 

Grazie al Fatto Quotidiano, che mi ha lasciato piena libertà di espressione e non mi ha mai modificato una parola, in nessuno dei post che ho scritto qui.

Vi saluto con una frase che riassume questi due anni e due mesi di esperienza:

Occorre rileggere, camminare per strade che crediamo di conoscere, aggirarsi per anfratti che ci illudiamo di conoscere a memoria, scrutare ciò che abbiamo guardato, guardare ciò che abbiamo scrutato, essere superficiali dove abbiamo osato essere profondi, cercare nella superficie quella profondità che abbiamo creduto di trovare altrove. (Giorgio Manganelli)

Grazie a tutte le persone che hanno creduto in me. Non sarà difficile incontrarsi ancora

Articolo Precedente

Profezia Maya, boom di turisti in Messico per la fine del mondo

next
Articolo Successivo

21 dicembre 2012: La fame degli dei

next