Sono mezzo milione in Italia (fonte demo.istat.it) i bambini e i ragazzi per i quali l’identità personale non può corrispondere con quella giuridica: non sono cittadini italiani i nati e cresciuti in Italia da genitori di origine straniera. Anche se per lingua, cultura, abitudini, sono italiani, possono diventarlo a tutti gli effetti solamente raggiunta la maggiore età (e superato un processo burocratico che richiede una serie di requisiti tra cui la residenza nel Paese da almeno dieci anni consecutivi). Fino a quel giorno i ragazzi devono vivere in Italia con il permesso di soggiorno, diversamente da quanto accade in altri paesi dove viene applicato lo ius soli, come negli Usa, in Francia, in Brasile, in Canada e in diversi altri paesi.

Amir, un rapper che più volte ha dato voce ai ragazzi di seconda generazione, chiede al Presidente Napolitano di porre la questione dello ius soli durante il consueto discorso di fine anno, come impegno che la politica dovrà prendere nel 2013. Lo fa attraverso un videoclip musicale e una petizione.

Si tratta di scegliere in base al sangue o al suolo. Nel nostro Paese, quel che regola la cittadinanza, dunque i diritti e i doveri, è il sangue e la filiazione, lo ius sanguinis, piuttosto che la cultura in cui si nasce e cresce. La cittadinanza e il modo in cui viene concepita è particolarmente rilevante alla luce dei processi globali. L’adozione dell’una piuttosto che dell’altra opzione è fortemente connessa ai movimenti migratori. Lo ius soli è stato storicamente adottato da Paesi interessati da una forte immigrazione. Mentre lo ius sanguinis da Paesi interessati da flussi emigratori.

Nonostante Amir abbia la cittadinanza da sempre, perché figlio di madre italiana, ha deciso di farsi portavoce di questo appello rap rivolto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – il quale si è sempre dimostrato sensibile al tema: “Dovrebbe cambiare la percezione di come è fatto un Italiano nel 2012: un’intera generazione cresce e rischia di restare straniera nel paese che sente proprio, in cui è nata, si è formata, e nel quale intende restare per sempre. Un italiano non è necessariamente “bianco” ma può essere di carnagione scura, avere occhi a mandorla, avere capelli afro…”.

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