Quando sabato scorso, durante la 41ma Assemblea Generale dei Comitati Olimpici Europei (COE), il segretario generale Pagnozzi ha letto un comunicato di solidarietà nei confronti dei rappresentati dei vari Comitati Olimpici nazionali coinvolti nello ‘scandalo biglietti’ alle Olimpiadi di Londra 2012, più di un membro del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) è saltato sulla sedia. I fatti sono noti, l’estate scorsa, poco prima che cominciassero i Giochi londinesi, un’inchiesta del Sunday Times rivela come diversi membri dei vari comitati olimpici nazionali abbiano rimesso in vendita sul mercato nero, a prezzi maggiorati anche di dieci volte, alcuni dei biglietti loro riservati. Immediatamente Scotland Yard apre un’indagine, che porta all’arresto di oltre 100 persone, e così fa il Cio, che ne comincia una interna.

A inizio dicembre poi, il Comitato Etico del Cio diffonde una nota in cui si chiedono dure sanzioni nei confronti degli indagati, tra cui il presidente del comitato nazionale greco Capralos e alcuni dirigenti delle federazioni di Serbia, Malta e Lituania. E invece sabato il Coe risponde offrendo all’unanimità il suo sostegno agli indagati. Il perché lo prova a spiegare lo stesso Pagnozzi a ilfattoquotidiano.it: “ll Coe ha chiesto al Cio di aprire un tavolo di approfondimento in merito alle procedure che il Comitato Etico del Cio ha utilizzato per l’indagine sulla vendita dei biglietti olimpici – dice Pagnozzi – Sono state evidenziate le preoccupazioni legate a decisioni prese in assenza dei legali e senza poter mostrare agli incolpati le prove in possesso del Comitato Etico“. Secondo il segretario generale si tratterebbe di un attacco al metodo dell’indagine, piuttosto che al merito.

“In queste condizioni nessun uomo può difendersi – prosegue infatti Pagnozzi – Ecco spiegata la nostra presa di posizione, che non si sintetizza in un conflitto Coe-Cio e alla quale si aggiunge preoccupazione per l’attuale modalità relativa alla distribuzione dei biglietti per i Giochi Olimpici. Per questo abbiamo chiesto anche al Cio di intraprendere una revisione, per garantire un processo di ticketing riformato che sia all’insegna della trasparenza”. Eppure ha fatto impressione che, mentre Pagnozzi leggeva il comunicato, qualche posto più in là fosse seduto proprio Capralos: l’eminente membro del Coe che, secondo il Sunday Times, si sarebbe vantato di essersi fatto dare, oltre ai 3mila biglietti messi a disposizione per il comitato greco dall’organizzazione di Londra 2012 (Locog), anche dei ticket extra “in maniera informale” dal suo amico Lord Coe (presidente del Locog) e di averli poi rivenduti. Per questo a Losanna, sede del CIO, a molti resta la sgradevole sensazione di aver assistito a una difesa corporativa contro un’indagine interna d’importanza strategica.

L’Assemblea Generale del Coe, tenuta nella sede del Foro Italico a Roma, è stata anche l’occasione per annunciare la nascita dei primi Giochi Olimpici Europei, in programma a Baku, Azerbaigian, a giugno 2015. Il senso di questi Giochi lo rivela a ilfattoquotdiano.it lo stesso Pagnozzi. “E’ un’occasione fondamentale per il sistema Europa, affinché possa mantenere un livello di competitività importante e difendere la propria leadership a livello internazionale. Il progetto era al vaglio da 20 anni e non era mai stato concretizzato per le difficoltà incontrate. A Londra l’Europa è definitivamente scesa sotto il 50% delle medaglie totali. Un dato che deve far riflettere, in virtù della crescita dell’Oriente”. Finora l’Europa era infatti l’unico continente a non avere una sua competizione e, prosegue Pagnozzi, “questi Giochi possono quindi costituire un banco di prova preolimpico di livello e fornire alle nazioni che parteciperanno indicazioni probanti sullo stato di salute del loro movimento”.

Ma questa decisione, presa oggi con i calendari così intasati, pare dettata più da ragioni economiche – diritti televisivi, sponsorizzazioni e quant’altro – piuttosto che sportive. Infatti, sicura per ora è solo l’ammissione di 15 discipline (canoa, judo, pallamano, pallavolo, pugilato, beach volley, scherma, taekwondo, tennistavolo, triathlon, pallavolo, tiro a segno, tiro a volo, tiro con l’arco e il rugby a 7). E a scorrere la lista si nota come manchino atletica e nuoto – regine delle Olimpiadi moderne – e altre discipline di grande richiamo. Alla fine, con molta probabilità, ci saranno anche il nuoto e la ginnastica, ma non l’atletica. E a questi Giochi non parteciperanno atleti di primo livello, già impegnati altrove. Il problema principale è proprio quello dell’affollamento del calendario: nell’estate 2015 sono già in programma a luglio i Mondiali di nuoto (Kazan), ad agosto quelli di atletica (Pechino), più vari campionati Europei. E così rimane forte il dubbio che questi Giochi Olimpici Europei non siano altro che l’ennesimo carrozzone messo in piedi da chi gestisce lo sport per incrementare il giro d’affari e il business.

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