La Uefa non si ferma: insieme alla decisione di disputare gli Europei di calcio del 2020 in giro per l’Europa, il Comitato esecutivo riunitosi giovedì a Losanna ha decretato un’altra, importante novità. Dal prossimo anno nasce ufficialmente la Uefa Youth League. Ovvero, la Champions League dei giovani. Si tratta dell’ennesima trovata di Michel Platini per tentare di migliorare il calcio europeo, anche se stavolta l’idea viene direttamente dai club, che attraverso la European Club Association avevano fatto pervenire la proposta all’Uefa nel 2009. Ci sono voluti tre anni per farla diventare realtà. In mezzo, c’è stata l’esperienza della Next Generation Series (torneo under 19 a inviti tra alcune delle più importanti squadre di club del continente, vinto lo scorso anno dall’Inter Primavera di Andrea Stramaccioni). Un passaggio fondamentale, perché l’esperimento della NextGen ha avuto un grande successo, attirando l’attenzione del pubblico. E anche delle televisioni, visto che Eurosport ha acquisito i diritti per tutta la competizione, e la finale dello scorso anno tra Inter e Ajax fu trasmessa in diretta tv in diversi Paesi (tra cui ovviamente anche l’Italia). Questo ha convinto la Uefa a procedere, e a istituire una competizione ufficiale sotto la propria egida.

Il format del torneo – che prenderà il nome da Lennart Johansson, presidente onorario della Uefa – ricalcherà in tutto e per tutto quello della Champions League dei grandi. Le 32 squadre qualificate alla fase a gironi della Champions avranno la possibilità di iscrivere una selezione giovanile under 19 alla competizione juniores (in caso di qualche forfait la Uefa dovrebbe provvedere a colmare i posti rimasti liberi con degli inviti). Come in Champions, dunque, ci saranno 32 partecipanti, distribuite in 8 gironi da 4 squadre, di cui le prime due si qualificheranno alla fase ad eliminazione diretta. Qui l’unica differenza: ottavi e quarti di finale si disputeranno in gara secca in casa (e non con andata e ritorno), mentre semifinali e finali (le cosiddette Final Four) sempre in gara secca ma in un’unica location da stabilire ad inizio anno. Questa sarà la formula per le stagioni 2013/2014 e 2014/2015; dopo questi due anni la Uefa analizzerà i risultati e deciderà se rivedere il format o lasciarlo invariato (anche perché fra tre anni potrebbe cambiare anche la formula della Champions League, per cui si parla di un allargamento a 64 squadre).

Ma l’aspetto più interessante del progetto è forse proprio quello organizzativo: il calendario della fase a gironi ricalcherà quello della Champions, le partite verranno disputate a margine di quelle dei grandi in modo da attirare l’attenzione del pubblico. E la Uefa ha pronto anche un piano di incentivi economici per le squadre partecipanti, da investire nello sviluppo dei settori giovanili. “Crediamo che la UEFA Youth League sia un’offerta allettante per i club europei, che grazie ai nostri benefit potranno aumentare il loro impegno nella costruzione dei vivai”, ha commentato Platini, sottolineando come “la prospettiva del progetto non è commerciale ma sportiva”.

L’obiettivo, appunto, è quello di promuovere la crescita dei campioni del futuro. “Abbiamo creato una competizione in cui i giovani possano essere impegnati in gare internazionali di alto livello. E questo permetterà di dare un’opportunità di crescita e grande esperienza, non soltanto per i giocatori: la UEFA avrà il controllo organizzativo di tutte le partite, e anche agli arbitri saranno scelti su scala internazionale”, ha aggiunto il presidente della Uefa. Insomma, la Champions League dei giovani promette di essere avvincente dal punto di vista calcistico, ma soprattutto utile per la valorizzazione dei giovani talenti: una missione imprescindibile per i club europei, che si apprestano ad entrare nell’era del Fair-play finanziario, in cui i vivai giocheranno un ruolo sempre più importante.

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