Come avevo preannunciato su Facebook qualche giorno fa, ho scritto una lettera aperta al Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, affinché possa rispondere alle perplessità mie e di molti altri cittadini italiani sui tagli alle scorte e tutele da parte del Suo Ministero. Di seguito il testo della mia lettera:

Ill. mo Ministro Anna Maria Cancellieri,

mi rivolgo a Lei, che ha sempre dato prova di coerenza e competenza, per sottoporLe alcune mie riflessioni e perplessità.

Ormai da mesi non si parla più della spending review su scorte e tutele, nonostante Lei sia stata molto esplicita sull’urgenza di tagliare ed eliminare le scorte inutili, rivalutandone, dove occorre, la necessità. Ho molto apprezzato i Suoi interventi in tal senso: mi sono parsi puntuali, seri e responsabili. Diversi sono i casi dei quali si potrebbe discutere. Tra questi figurano anche quelli di alcuni personaggi politici, ex politici e giornalisti.  

Le mie considerazioni partono dall’aver avuto notizia del fatto che alcuni magistrati della DDA di Napoli, molto presto, potrebbero vedersi revocati i dispositivi di sicurezza. Così come partono dal fatto che centinaia di testimoni di giustizia, che hanno coraggiosamente denunciato il racket schierandosi platealmente dalla parte dello Stato, lamentano da sempre uno stato di permanente disagio sociale, culturale, professionale. Si tratta ormai di una consuetudine, e proprio per questo bisogna fare tutti gli sforzi possibili per fare in modo che la legge sui testimoni sia applicata regolarmente.

Nel contempo, ho potuto constatare personalmente che l’ex Ministro dell’Interno ed ex vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, attualmente imputato per falsa testimonianza al processo sulla Trattativa tra Stato e mafia, si presenta alle udienze del suddetto processo con l’auto di Stato e la scorta della Polizia.

E’ stato inevitabile, per me, ragionare sui criteri secondo i quali il cittadino Mancino sia ancora tutelato e i magistrati della DDA di Napoli, impegnati in prima linea nel contrasto alla camorra, dovrebbero restare privi di protezione. Così come mi chiedo perché, a fronte del cittadino Mancino scortato dalla Polizia, i testimoni di giustizia continuino ad essere costretti a fare appelli per cercare di ottenere quelli che sono i loro diritti stabiliti dalla legge. Appare come una discrasia sulla quale è necessario un approfondimento.

Chiedo a Lei, in virtù del prestigioso ruolo che ha l’onore e l’onere di svolgere e della stima che nutro nei Suoi confronti, di rispondere alle mie perplessità, se non altro per fare chiarezza. Sono certa che saprà, come sempre, dimostrare la Sua sensibilità istituzionale.

Con vivo ossequio,

On. Sonia Alfano
Presidente Commissione Parlamentare Antimafia Europea

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