Partendo dalla trascrizione delle dichiarazioni di Pierluigi Bersani, candidato alle primare del centrosinistra, l’equipe di glottologi atterrata la scorsa settimana in Italia direttamente dalla sede dell’Istituto 研究机构普遍语言学 di Pechino sta ricomponendo un intricato puzzle di riferimenti, metafore, citazioni e stilemi estranei alla tradizione linguistica italiana.

“Non possiamo lassiare la gente senza pensione”, frase di facile risoluzione, parrebbe sottointendere significati diversi e profondamente contraddittori. Il gruppo multidisciplinare di studiosi cinesi sta confrontando la sintassi bersaniana con i 129 dialetti delle province mongole nel nord della Cina, pervenendo a risultati strabilianti. Il passero in mano, a fronte del tacchino sul tetto, parrebbe essere una citazione di epoca pre-confuciana, quando al burocrate centrale della dinastia Ting doveva essere dato un indirizzo preciso rispetto al da farsi nella periferia del regno, così come racconta l’esagramma 35 de I Ching, quando menziona la tigre albina che nell’attraversare la grande acqua purtroppo si bagna la coda.

Diversa interpretazione viene data al passaggio “se teniamo la testa larga poi c’è la strettoia”, pronunciato da Bersani in un momento di trance, che alcuni elementi dell’equipe di origine mancese fanno risalire al canto del teatro Kabuki in cui si racconta dello stolto scintoista che cerca di superare la gola rocciosa a rischio della vita e poi capisce che può prendere l’autostrada. Più ostica la traduzione della frase esoterica “sugli F35 vediamo come si può ri-sagomare la cosa”, su cui un gruppo dedicato sta lavorando senza sosta. La ricerca sta portando ad alcuni versi della tradizione orale taiwanese, anche se alcuni sostengono possa rientrare nel solco della tradizione del celebre “Padiglione delle Peonie” (牡丹亭).

Rimangono da decodificare “non facciamo differenza tra tavoli e tavolini” e “la conoscenza richiede gli scaffali”, tanto che il Governo italiano sta chiedendo un contributo interpretativo al Centro Studi Ikea. Il Governo chiede anche che un gruppo di lavoro si dedichi alla traduzione della narrazione vendoliana con lo stesso zelo con cui ha affrontato, e risolto, il quesito sollevato dalla frase di Bersani: “bisogna far girare la ruota senza prendere a calci l’esperienza”. Si tratterebbe del desiderio di reincarnazione del candidato premier, simboleggiato dalla ruota buddhista detta Karma Chakra, da realizzarsi tramite rapido movimento motorio degli arti inferiori secondo lo stile di danza marziale “Ba Tui Jiu” o delle Otto Gambe Levate.

C'era una volta la Sinistra

di Antonio Padellaro e Silvia Truzzi 12€ Acquista
Articolo Precedente

Stesso dolore stessa striscia. Tre anni dopo

next
Articolo Successivo

Ammazza la vecchia

next