Appalti senza gara per ottenere la riscossione dei bolli auto. La società di riscossione Gec aveva trovato un grimaldello per entrare nel sistema che dal Piemonte ha poi ha riprodotto in Campania e in Veneto. Tra di loro i manager lo chiamavano “il modello Piemonte”. I passpartout erano dirigenti regionali. Il primo è stato un funzionario della Regione Piemonte, Giovanni Matteo Tarizzo, poi anche i suoi colleghi in altre regioni. Questa mattina lui, i vertici della società e altri funzionari di Veneto e Campania sono finiti agli arresti, tredici in carcere e due ai domiciliari, mentre gli uffici della Regione in piazza Castello a Torino, le case degli indagati e la sede società sono stati perquisiti.

L’accusa formulata nei confronti degli arrestati dal sostituto procuratore Giancarlo Avenati Bassi è di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla concussione, alla turbativa d’asta e alla truffa in cui il funzionario regionale Tarizzo una figura “di primissimo piano”. Per l’accusa si sono assicurati “un notevolissimo vantaggio patrimoniale”, provocando “un altrettanto grave danno alla Regione Piemonte”, stimato in almeno 20 milioni di euro. Dall’indagine, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Torino, emerge “un quadro gravemente patologico riguardante la Regione Piemonte, la Regione Veneto e la Regione Campania”.

Tutto comincia nel 2004, quando la Gec – Gestione esenzioni convenzionate spa di Cuneo – assume “il monopolio della riscossione della tasse automobilistiche senza che vi fosse stata una gara ad evidenza pubblica”. Lo ottiene grazie al sistema dell’avvallamento, che permette alle amministrazioni di affidare ad altri enti pubblici dei servizi. Ma la Gec Spa è una società privata e in sostanza ottiene l’appalto senza una gara al ribasso sul costo dei servizi. Così la Gec impone i suoi prezzi e aumenta i suoi introiti provocando un danno stimato sui 20 milioni.

Solo nel 2011 la giunta di centrodestra di Roberto Cota decide di regolare l’affidamento con una gara per un appalto da 100 milioni di euro. Una gara anomala, denuncia un consorzio concorrente della società cuneese, la Sermetra: il presidente Luca Andreoli e i suoi avvocati notano che il bando della Regione “è fatto su misura sulle caratteristiche di Gec”.Andreoli si era già accorto di alcune anomalie nel sistema parlando con Tarizzo nel 2007: il funzionario gli chiede di pagare sponsorizzazioni (al Chieri Volley, che militava in serie A2), ma lui rifiuta e così la Sermetra viene estromessa e le convenzioni in corso con la Regione non vengono rinnovate.

Al contrario i vertici della Gec (il direttore generale Aldo Magnetto, l’amministratore Alessandro Otella, il vicepresidente Franco Giraudo e il presidente onorario Giovanbattista Rocca, questi ultimi due ai domiciliari per l’età) pagano le sponsorizzazioni al Chieri Volley, al rallista di Cuneo Luca Betti. E dalle carte emerge un accenno, ancora da verificare, a un altro rallista famoso, Riccardo Bossi, figlio di Umberto. Quei soldi – secondo gli inquirenti – poi tornano alla Gec e a società riconducibili a Tarizzo creando dei fondi neri. Ma non è tutto: offrono a Tarizzo viaggi in Sudamerica e in Francia (due indagati lo paragonano a Roberto Formigoni), assumono persone indicate da lui, offrono anche garanzie per un mutuo al figlio e macchinari per l’azienda agricola. Con il benestare di Tarizzo la Gec piazza un suo uomo all’interno del Consorzio per il sistema informativo (Csi), così che la società regionale di informatica possa redigere un bando di gara d’appalto su misura. Sempre sul Csi Tarizzo fa grosse pressioni affinché gli affari della Gec vadano in porto, motivo per cui i vertici della società regionale sono indagati.

Nel 2011 la Gec espande la loro “attività” grazie a Tarizzo “vero dominus della materia essendo stato pure coordinatore – oltre che attuale membro – del C.i.t.a., Comitato interregionale della tassa auto”, osserva il giudice Giuseppe Salerno che ha ordinato gli arresti. Riescono a influenzare la preparazione di una gara della Regione Veneto coinvolgendo anche Lucio Fadelli, responsabile della rendicontazione e monitoraggio della Direzione ragioneria e tributi e membro del C.i.t.a.. Gli investigatori li hanno intercettati mentre, seduti ai tavolini di un noto caffè del centro di Torino, predisponevano le caratteristiche per il bando su misura per l’associazione temporanea di imprese guidata da Gec. Infine, in Campania, promettendo l’assunzione di parenti in alcune società, avevano corrotto dei funzionari affinché venisse stipulata una convenzione tra Regione Campania e Regione Piemonte per la riscossione delle tasse automobilistiche.

L’associazione a delinquere ha continuato a operare anche quando Tarizzo viene mandato in pensione all’inizio di agosto. Nonostante la sua estromissione “Zeus” (così lo chiamano i manager, che lo considerano “il più ‘sec’” e “il più corrotto” perché “tiene il piede in mille staffe, perché piglia la percentuale”) continua a essere una figura “di primissimo piano”: viene interpellato per scegliere le strategie della società ed è “un costante punto di riferimento necessario comprendere meglio le dinamiche degli uffici pubblici coinvolti nelle gare”.

La Regione Piemonte ha fatto sapere che, dopo le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che annullano l’appalto da cento milioni di euro, è stata effettuata una nuova gara seguendo le critiche dei giudici. Nel frattempo altri magistrati continueranno a indagare grazie ai documenti, bilanci e fatture sequestrati questa mattina, estendendo l’attenzione pure ad altre regioni e altri appalti.

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