L’Italia è stata più volte redarguita negli ultimi anni dalle Nazioni Unite per il poco impegno mostrato nel contrastare la violenza maschile nei confronti delle donne. Domenica, 25 novembre, sarà la Giornata mondiale contro tale violenza. Una giornata voluta da molte associazioni e da singole persone perché elevati sono i dati che riportano i casi di violenza contro donne e bambine. E altissimo è ancora il numero dei femminicidi, cioè di donne uccise dai propri partner o ex.

Per queste ragioni è stata elaborata una Convenzione dal titolo NO MORE! per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza sulle donne. Secondo questa Convenzione, “la violenza maschile sulle donne è un fenomeno di pericolosità sociale, espressione della continua disuguaglianza tra uomini e donne, per la quale è necessario un cambiamento di mentalità e di cultura”.

Personalmente ritengo che un uomo che alza le mani sulla propria donna, ex, madre, sorella, o figlia, sia un poveraccio. Una bestia. Semplicemente un essere da emarginare e dal quale tutelarsi e sentirsi protetti anche con l’aiuto delle istituzioni. Le donne “vittime” di queste violenze, non devono nascondere tali abusi, perché frustrate dalla vergogna, ma denunciarli affinché non siano loro a vivere nel timore che questi episodi si ripetano.

Questi “non uomini” sono figli del maschilismo. Di un’ineducazione e di un’arroganza che permette loro di sentirsi autorizzati a muovere la propria forza  sul corpo di una donna.

Cercano di punirle psicologicamente, di isolarle dalle loro relazioni. Le picchiano, sputano, le insultano, rendono loro spesso la vita impossibile con atti da stalker, e nel peggiore dei casi arrivano ad ucciderle. E la stranezza è che il più delle volte sono proprio le donne a cui vogliono più bene o che hanno amato.

E`bene allora parlare e denunciare questi uomini. Scansarli dalla nostra società, perché altrimenti anche i loro figli impareranno che la violenza verso una donna, di qualunque forma essa sia, è naturale e consentita. Non devono esserci invece giustificazioni e tolleranze di nessun tipo!

Voglio condividere un brano di Gianna Nannini dal titolo “Mai per amore”, in cui attraverso la sua musica denuncia la violenza sulle donne e grida: “Lo sai che il vero amore non lascia mai i lividi?” E poi ancora: “La vendetta che stringi nel pugno è la tua vera malattia”

http://www.youtube.com/watch?v=tcY-eHVl-A0

 

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25 novembre: cambiare la cultura, fermare la violenza

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