“La Germania non voleva isolare la Gran Bretagna, e la Francia voleva invece dare voce ai Paesi ‘amici della coesione’ e della politica agricola”. E’ il presidente francese François Hollande a presentare alla stampa la ‘strana coppia’ Merkel-Cameron nata dal vertice fallito sul bilancio Ue. Berlino, alleata con Londra nell’obiettivo di cucire addosso all’Europa rigore e austerità, rompe l’asse con Parigi, che difende invece i suoi contributi agricoli e si schiera con Italia, Spagna e tutti quelli che difendono i fondi minacciati dal negoziato sul bilancio. “Non vogliamo isolare nessuno, tutti sono necessari e c’è margine per un accordo a 27 nel 2013”, ha detto la Merkel al termine del vertice, senza sbandierare l’insolita intesa con i britannici ma senza nemmeno nominare il suo storico alleato francese. “Non siamo stati isolati, con noi c’erano Germania, Svezia, Olanda, Finlandia e Danimarca”, ha spiegato il premier britannico David Cameron – entrato in rotta di collisione con il nostro premier Mario Monti –  visibilmente soddisfatto dell’appoggio della cancelliera. E’ stato proprio Cameron a insistere per ulteriori tagli. 

I sei Paesi ‘rigoristi’ hanno avuto un incontro a margine del vertice questa mattina, dove hanno siglato l’’involontaria’ alleanza. Involontaria perché i sei non hanno in comune una vera strategia per l’Europa, né hanno studiato un percorso negoziale che consenta alla loro posizione di prevalere al prossimo Consiglio. Sono accomunati solo dalla volontà di tagliare la spesa europea, per non fare una cattiva figura con i loro cittadini che in tempi di crisi e di tagli in casa propria, si aspettano di vedere lo stesso rigore anche in Europa. Se la Commissione ha proposto un bilancio 2014-2020 di 1091 miliardi di euro, e Van Rompuy lo ha fatto scendere a 1008 miliardi, la Gran Bretagna vuole che dimagrisca di altri 100 milioni. Nel mezzo c’è la Germania, che secondo le ultime indiscrezioni – la Merkel non è voluta entrare nei dettagli – vorrebbe tagliare soltanto altri 30 milioni. In particolare, Merkel e Cameron vanno molto d’accordo su un punto: ridurre al massimo i costi amministrativi delle istituzioni europee, cioè Commissione, Consiglio e Parlamento, e tagliare stipendi e pensioni degli oltre 50.000 dipendenti di Bruxelles.

“La Francia e la Germania hanno giocato perfettamente il loro ruolo per far avanzare l’Europa”, ha detto Hollande, minimizzando la divergenza tra le due capitali, su posizioni diametralmente opposte. La Francia difende i fondi alla politica agricola con forza – ne è la prima beneficiaria – e si oppone a qualunque favore per i Paesi ricchi, come sconti e fondi di coesione. “Non consentiremo a chi è ricco di godere di sconti”, ha tuonato ieri il presidente. Ma dalla Merkel, Hollande non ha ricevuto il minimo sostegno per nessuna delle sue battaglie. 

“Era in corso una tendenza – non sto rilevando niente – a favorire oggi un accordo al ribasso: una tendenza alla quale ci siamo opposti – ha commentato il premier Mario Monti -. Le nostre esigenze, le nostre richieste e le nostre argomentazioni, stanno ricevendo attenzione: la coperta è stretta e non garantisce che ognuno possa essere soddisfatto” ma “non ci sentiamo messi in un angolo o trattati con minore dignità” rispetto ad altri paesi. 

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