Sono le due squadre più ricche, più spettacolari, semplicemente più forti al mondo. Ma nonostante questo Barcellona e Real Madrid non si cullano nel presente, guardano già al futuro: le due regine di Spagna sono pronte infatti a ristrutturare i loro già splendidi stadi (il Camp Nou e il Santiago Bernabeu) per pensare sempre più in grande. A fare il primo passo sarà proprio il Real Madrid. Dopo aver indetto lo scorso giugno un bando di concorso internazionale per la ristrutturazione del Santiago Bernabeu (teatro dell’indimenticata finale del Mundial ’82 tra Italia e Germania), Florentino Perez, presidente del club, ha svelato la ‘short-list’ dei quattro prospetti fra cui verrà scelto il nuovo profilo dello stadio.

Progetti differenti nella forma (due più squadrate, due a ‘disco volante’), ma tutti avveniristici ed estremamente ambiziosi. E’ prevista infatti la riqualificazione di parte del quartiere, con la costruzione di un grande centro commerciale, ma anche di un parco pubblico (per rispettare le norme del piano regolatore). Per quel che riguarda l’impianto, invece, verranno ampliati i parcheggi, ammodernati gli spogliatoi e la tribuna presidenziale, e rifatti facciata e tetto, in modo da coprire tutti gli 82mila posti a sedere. L’ampliamento della capienza, invece, non è tra gli scopi primari del progetto, ma solo eventuale. Il vero obiettivo, come spiegato dallo stesso presidente Perez, è infatti quello di far diventare lo stadio Santiago Bernabeu e la Ciudad Real Madrid “uno dei principali punti di riferimento per l’architettura mondiale, simbolo di avanguardia e di design”.

Per far questo il Real si affiderà alle più prestigiose firme dell’architettura mondiale. In lizza ci sono infatti lo studio Herzog & De Meuron con l’architetto Rafael Moneo (già curatori dell’Allianz Arena del Bayern Monaco); Popoulos e Lamela (curatori dell’O2 World Arena di Berlino); De la Hoz con Norman Foster (premio Pulitzer, che ha partecipato alla costruzione del nuovo Wembley); e Gmp Architekten con Josep Ribas. Proprio quest’ultimo (che ha curato lo stadio Olimpiyskiy di Kiev, sede della finale di Euro 2012) sarebbe secondo alcune indiscrezioni il favorito del presidente. Ma c’è una controindicazione: Josep Ribas non solo è originario di Barcellona, ma è anche socio del club. E vista la rivalità sempre più accesa tra Real e Barca e tra spagnoli e catalani, i tifosi madridisti potrebbero non volere la firma di Ribas sulla loro nuova casa.

A Barcellona, invece, siamo ancora in fase di decisioni preliminari. I membri delegati hanno indetto con voto quasi unanime (maggioranza dell’89%) un referendum sul futuro dello stadio. Come confermato da Javier Faus, vice-presidente dell’Area Economica e Strategica del club, sono allo studio due ipotesi differenti: la prima è la costruzione di un nuovo stadio, dal costo complessivo non superiore ai 600 milioni di euro; la seconda è di ristrutturare l’impianto esistente, con un budget dimezzato (300 milioni di euro). La decisione sarà presa dall’Assemblea Generale dei Soci. E, conoscendo il grande attaccamento alla tradizione dei tifosi catalani, è altamente probabile che a prevalere sia l’ipotesi conservativa. Così emergono già i primi dettagli su come potrà essere il Camp Nou del futuro. Di certo c’è che sarà ancora più grande: la capienza dovrebbe passare dagli attuali 99mila fino a quasi 110mila posti (tra le 106 e le 108mila unità).

L’ampliamento, però, non dovrebbe procurare alcun danno alla salute del terreno di gioco (come accaduto ad esempio a San Siro, dove la costruzione del terzo anello ha tolto aria e luce vitali all’erba del campo): lo stadio, infatti, verrà dotato di una tecnologica copertura mobile, in grado sia di proteggere gli spettatori dalla pioggia, che di far respirare il manto erboso. Poi è prevista la costruzione di nuovi spogliatoi, parcheggi, tribuna vip; mentre la facciata verrà interamente ricoperta di pannelli rossi e blu (i colori sociali del club) e di rimandi alla Senyera, la bandiera della Catalogna. Per rinsaldare sempre di più il fortissimo legame identitario fra squadra e tifoseria.

Ma per tutto questo bisognerà attendere ancora qualche tempo: il voto sul referendum si terrà non prima della stagione 2014/2015. E Faus ha precisato che i lavori cominceranno solo quando il club avrà ridotto il suo debito (di circa 580 milioni di euro, tra breve e lungo termine). Ma anche in ambito economico il Barca sembra aver imboccato la strada del successo: l’ultimo bilancio si è chiuso con un fatturato record di 470 milioni e un utile di 48 milioni. E con questi numeri è possibile pensare al futuro. Real e Barca progettano un nuovo stadio con cui consolidare la propria egemonia sul calcio europeo. Altrove, insomma, le cose si muovono. Da noi in Italia un po’ meno.

Articolo Precedente

Roberto Di Matteo esonerato dal Chelsea: storia speciale di un tecnico normale

next
Articolo Successivo

Champions League, la figuraccia di Luiz Adriano: quel gol non s’ha da fare

next