Tracciare le coordinate storiche, culturali, sociali e psicologiche di un fenomeno macabro e trasversale che in Italia ha già colpito oltre 100 donne. E’ l’obiettivo della prima edizione di Profili 2012 – Voci di donna progetto, promosso dal Comune e dal Centro antiviolenza di Vicenza in programma fino a domenica 25 novembre. Si parlerà di violenza sulle donne con letture, spettacoli, mostre, proiezioni e incontri, ogni sera alle 21 in vari spazi della città di Vicenza, a ingresso libero e con biglietto da 5 euro.

Il programma è ricchissimo: dalla criminologa Cinzia Mammoliti allo scrittore Wu Ming 2 (pseudonimo di Giovanni Cattabriga). “La violenza sulla donna, in tutte le sue sfumature, è frutto di una degenerazione culturale diffusa a tutti i livelli, alla quale bisogna rispondere con una cultura” afferma Francesca Lazzari, assessore alla Cultura del Comune di Vicenza.

Dietro la violenza sulle donne, del resto, c’è un atteggiamento diffuso, talvolta interiorizzato dalle donne, che le identifica come oggetti sessuali. Lo pensa Chiara Volpato, autrice di “Deumanizzazione. Come si legittima la violenza” (179 pagine, Laterza), che mercoledì 21 si confronta sulle responsabilità dei media e sugli aspetti culturali, sociali e psicologici della violenza sulle donne insieme a Monica Lanfranco e Nadia Somma, esperte di tematiche di genere e blogger de ilfattoquotidiano.it, in un incontro pubblico moderato dalla giornalista Elena Rosselli, responsabile della sezione Donne di Fatto.

Come agiscono i persecutori e perché molte vittime gli restano accanto? Cerca di spiegarlo venerdì 16 Cinzia Mammoliti, esperta di manipolazione psicologica, presentando il suo libro “I serial killer dell’anima – I manipolatori e la violenza psicologica” (144 pagine, ed. Sonda). Il passaggio dalla passione alla segregazione è messo in scena dalla compagnia teatrale Kitchen Project con “Mia o di nessuno”, mentre il legame tra violenza e vergogna è al centro dello spettacolo “Silenzio”, di e con Elisa Menon.

“Malamore. Esercizi di resistenza al dolore”, lettura di brani dal libro di Concita De Gregorio, mette a nudo l’illusione che accomuna molte donne vittime: quella di essere abbastanza forti da capire e sopportare la presunta debolezza dell’uomo. Il coordinatore del progetto, Andrea Gastaldon, 30 anni, afferma: “Abbiamo tentato di rappresentare tutte le sfumature con cui si manifestano atteggiamenti di prevaricazione, fino alla violenza e al femminicidio”.

Wu Ming 2 e Antar Mohamed, con una lettura musicale del loro “Timira” (536 pagine, Einaudi), ispirato alla madre dello stesso Mohamed, chiudono il programma domenica 25, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La data fu scelta nel 1999 dall’Onu in onore delle tre sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana trucidate il 25 novembre 1960, come occasione per riflettere sulla violenza di genere. E fare qualcosa di concreto, come firmare l’appello dell’associazione nazionale dei centri antiviolenza “Donne in Rete” per la ratificazione della convenzione di Istanbul, uno strumento giuridico che, come scrive Amnesty International, “definisce e criminalizza le diverse forme di violenza contro le donne”, dal matrimonio forzato allo stalking, passando per la violenza domestica.

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