Chiedono l’autorizzazione per una discarica di rifiuti non pericolosi, ma negli allegati spunta l’amianto. E’ quanto è successo nella BAT (Barletta-Andria-Trani), provincia cassata dal decreto taglia province, che esalando il suo ultimo respiro si trova a dover decidere sul futuro di un intero territorio vocato al turismo e all’agricoltura di qualità.

Sul tavolo del Presidente dell’ente morituro spunta una richiesta di apertura di una discarica per rifiuti non pericolosi. Ma non è tutto così come sembra. Infatti il capogruppo dell’Udc in Provincia, il consigliere Carlo Laurora, scopre che negli allegati della richiesta della società fiorentina Ekobat Srl, con sede legale a Calenzano, si prevede lo smaltimento di “materiali contenenti l’Amianto” in una delle tre vasche previste. L’anomalia, oggetto di una interrogazione dell’Udc, appare subito stridente con la vocazione territoriale dei luoghi dove le società richiedono di collocare il sito della discarica. Siamo tra il famoso Castel del Monte e i castelli federiciani di Trani e Barletta, un territorio a naturale vocazione turistica con un agro che garantisce la maggiore produzione di vino e olio di qualità della Puglia.

E’ evidente che nessuna richiesta palese per potervi insediare una discarica di rifiuti pericolosi sarebbe passata. E allora la Ekobat srl, presentando un progetto tinto di verde, anche nel nome, ci inserisce l’amianto tra le righe che nessuno va a leggere, approfittando quindi del momento terminale vissuto dagli uffici della Provincia e dei suoi organi, nella speranza forse di passare inosservata. Le stesse autorità provinciali si sono dimostrate distratte nell’informare la cittadinanza di questa richiesta così peculiare. Forse perché indaffarati a sgomberare gli uffici.

Per fortuna la cosa non è sfuggita proprio a tutti. Il rischio di pericolosi colpi di coda degli enti disciolti è sempre persistente, anche perché su tematiche affaristiche di rilievo, come i rifiuti ed appalti di competenza delle ex province, girano interessi economici enormi. Ora si attende la conferenza di servizio della moritura Bat che dovrà sciogliere l’enigma sollevato da Laurora, e valutare anche da questo episodio se si possa concedere l’autorizzazione e valutare l’affidabilità della ditta. Se si riesce a nascondere l’amianto tra le carte, figuriamoci cosa si può nascondere tra i rifiuti che girano inosservati e spesso incontrollati per i già martoriati territori del Sud dove i controlli avvengono spesso solo dopo.

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