Quando Vincenzo Passerini, uno dei fondatori della Rosa Bianca in Italia arrivò in Svizzera per una serie di conferenze, riferendosi alle banche, coniò una delle più belle battute sul paese crociato ascoltate fino ad oggi: “Mi sento nella toilette più pulita del mondo!”. In effetti la metafora calza a pennello, e credo sia oggi più che mai attuale. Ma attenti a non confondere il popolo svizzero con le banche, perché non è la stessa cosa. Oggi il denaro conta maggiormente e quindi chi amministra, custodisce, protegge lo stesso, mantiene una posizione di rilievo sul panorama internazionale. Le banche svizzere, anzi il sistema bancario elvetico è tra i primi beneficiari della infelice scelta clintoniana di eliminare le barriere tra banca d’investimenti e banca di risparmio. Ma il mostro creato con questa scelta ha divorato i suoi stessi creatori. Ormai le banche territoriali elvetiche, quelle Cantonali per intenderci, quelle legate alla produzione reale delle aziende, sono poco competitive rispetto ai colossi UBS, Credit Suisse, e la miriade di banche d’affari, dove si garantisce il massimo profitto in operazioni spericolate.

Il paradosso è che spesso oggi piccolissime banche garantiscono maggiore riservatezza perché i passaggi informativi coinvolgono al massimo sei persone tra impiegati e manager. Per questo sono ricercate da uomini d’affari di tutto il mondo. Le cantonali, invece, solide istituzioni federali, hanno almeno dalle dieci alle quindici persone che osservano i movimenti e per questo sono meno appetibili da coloro i quali cercano itinerari invisibili per i loro flussi di denaro. I grandi colossi, poi, si concentrano soprattutto sugli Stati potendo quindi permettersi di snobbare riciclatori di altro tipo. Per tutti apparentemente vige una ferrea norma antiriciclaggio, ma le formule utili ad aprire conti di deposito secretati sono note agli operatori del settore. Il segreto bancario svizzero e la solidità del Franco quale moneta rifugio imperturbabile, spinge tutti i ricchi del pianeta a ricorrere al forziere svizzero, per cui la Bahnofstrasse di Zurigo è la vera cassaforte del mondo.

Quando si cammina sulla Paradeplatz in cui si affacciano le sedi centrali di UBS, Credit Suisse e l’antica cioccolateria Lindt & Spruengli, si osservano soggetti che passano da una banca ad una cioccolata calda, con una disinvoltura esemplare. Sotto il manto di strada su cui si cammina, ci sono fisicamente i forzieri dei due colossi finanziari. Ogni volta che si attraversa quella strada è come se si camminasse su tutto l’oro del mondo. Bisogna non distrarsi e non lasciarsi andare, perché l’incrocio pullula di tram che scorrono veloci e minacciosi. Poi al secondo piano della cioccolateria ti viene incontro una cameriera (forse ancora oggi) si chiama Italia. Lavora nella Spruengli da anni e ogni volta incontrarla, per un italiano, è un piacere. Quando finisci la consumazione esci, scendi in strada, ti alzi il bavero per il freddo, guardi a destra e a manca e puoi dire anche ad alta voce dopo aver tirato un sospiro lungo: “eccomi qui, sono nella toilette più pulita del mondo!”. Se proprio vuoi completare l’emozione, puoi acquistare un lingotto di cioccolata, e portartelo via esattamente come fanno altri in quella piazza con quelli d’oro, con l’amara, ed a mio parere felice consolazione, che la tua borsa è meno pesante e davvero più pulita di quelle piene di metallo vero.

di Massimo Pillera

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