E’ tutto un correre contro il tempo in questi giorni, i partiti, invitati in tal senso a più riprese dal Presidente della Repubblica Napolitano, ancor di più alla luce dell’ottimo risultato ottenuto in Sicilia, non ci dormono la notte.

Fino a qualche mese fa, con il Movimento Cinque Stelle dato dai sondaggi al 4-5% si parlava solo di alzare la soglia di sbarramento, poi dopo il successo delle amministrative (Parma su tutte) e lo sfondare nei sondaggi, si sono resi conto che con il Movimento dato ad un consenso sempre più crescente, la soglia di sbarramento troppo alta avrebbe rischiato di escludere dal Parlamento loro stessi.

Si sono quindi concentrati per inventarsi una modifica alla legge elettorale che potesse penalizzare il Movimento Cinque Stelle (e senza alcuna vergogna, non l’hanno neanche nascosto, basti sentire le dichiarazioni, tra gli altri di Schifani e Rutelli.

L’ultimo frutto, solo in ordine di tempo, di queste menti geniali è stato quello di riservare il premio di maggioranza (che viene dato per garantire la stabilità, oggi alla forza politica che ottiene la maggioranza relativa) a chi raggiunge il 42,5%. Con una tale modifica il M5S prima forza politica che oggi avrebbe la maggioranza assoluta in Parlamento e potrebbe governare, domani con lo stesso risultato elettorale vedrebbe la propria delegazione fortemente ridimensionata e gli altri partiti riuscirebbero a prolungare (non per molto) il loro declino ormai inarrestabile.

Ma tutto ciò è legale? Possono i partiti cambiarsi la legge elettorale in funzione del “clima” che corre e ritagliarsela su misura come un giocatore che cambia le regole della partita quando questa è ancora in corso, in funzione del risultato provvisorio? Io direi di no e fortunatamente non sono il solo.

Come giustamente segnalato da Marino Mastrangeli e amplificato da Beppe Grillo il “Codice di buona condotta” rilasciato a Strasburgo il 23 maggio 2003 dalla Commissione Europea per la Democrazia attraverso il Diritto del Consiglio d’Europa ha sancito per quanto attiene livelli normativi e stabilità del diritto elettorale, che:

“gli elementi fondamentali del diritto elettorale, e in particolare del sistema elettorale propriamente detto, la composizione delle commissioni elettorali e la suddivisione delle circoscrizioni non devono poter essere modificati nell’anno che precede l’elezione, o dovrebbero essere legittimati a livello costituzionale o ad un livello superiore a quello della legge ordinaria”.

Lo scopo della regola è chiarito dagli articoli 63, 64 e 65 del “Rapporto esplicativo” delle “Linee guida” del Codice:

“La stabilità del diritto è un elemento importante per la credibilità di un processo elettorale, ed è essa stessa essenziale al consolidamento della democrazia. Infatti, se le norme cambiano spesso, l’elettore può essere disorientato a tal punto che potrebbe pensare che il diritto elettorale sia uno strumento manovrato a proprio beneficio da chi detiene il potere, e che il voto dell’elettore non è di conseguenza l’elemento che decide il risultato dello scrutinio. E’ opportuno evitare le manipolazioni in favore del partito al potere ed una revisione che interviene poco prima dello scrutinio (meno di un anno). Questa apparirà in tal caso come legata ad interessi di partito”.

A questo punto allora, quando anche le istituzioni più alte del nostro Stato smettono di svolgere la loro funzione di “garanzia” non ci resta che l’Europa come ultima ancora di salvezza. 

Qui sotto trovate il testo della mail/denuncia da inviare al Consiglio d’Europa e ai membri della Commissione Venezia.

Qualche secondo del nostro tempo e due click per difendere lo Stato di diritto e quel poco di democrazia che ancora rimane nel nostro paese, penso ne valga la pena!

A: kaarlo.tuori@eui.eu; gret.haller@bluewin.ch; Christine.Ebel@coe.int; gianni.buquicchio@coe.int; Jean-Claude.Colliard@univ-paris1.fr; post@ombudsmanden.dk; jan.velaers@ua.ac.be; Lucio.GUSSETTI@ec.europa.eu; Esa.PAASIVIRTA@ec.europa.eu; daniel.holtgen@coe.int; cm@coe.int; Pierre.GARRONE@coe.int;

Madame, Monsieur,

je vous écris pour savoir si le code de bonne conduite concernant les éléctions a une quelconque valeur et doit etre respecté par les Etats. Ceci car en Italie les partis politiques, qui craignent l’arrivé d’un mouvement politique de citoyens au parlement (Movimento Cinque Stelle) sont en train de modifier pour l’enième fois la loi qui reglemente les elections à quelque mois des prochaines elections legislatives et cela avec une majorité simple. Ce qui semble etre contraire au point 2b du code de bonne conduite.
Peut la Commission de Venise ou le Conseil de l’Europe faire quelque chose pour empecher ceci ou faut-il se resigner devant l’abus conduit par des politiques qui changent les regles du jeu en cours de match devenant ainsi arbitres et jouers en meme temps?
Dans l’attente d’une réponse et intervention de votre part
Cordialement
NOME E COGNOME
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Traduzione in italiano:

Gentile Signora, Caro Signore,

Le scrivo per sapere se il codice di buona condotta riguardante le elezioni ha ancora valore e deve essere rispettato dagli Stati. Ciò in considerazione del fatto che in Italia i paritit politici, che temono l’arrivo di un movimento politico di cittadini al parlamento (Movimento Cinque Stelle) stanno modificando per l’ennesima volta la legge elettorale a pochi mesi dalle elezioni e con una maggioranza semplice. Questo mi sembra contrario al punto 2b del codice di buona condotta.
Può la Commissione di Venezia o il Consiglio d’Europa fare qualcosa per impedire tale violazione o ci si deve rassegnare davanti all’abuso perpetrato da politici che cambiano le regole del gioco durante la partita diventando allo stesso tempo arbitri e giocatori?
In attesa di una gentile risposta da parte vostra
Cordiali saluti
NOME E COGNOME

twitter @adambra

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