“La Bbc è nel caos, si sta consumando la peggiore crisi nella sua storia”. Così commentano oggi le principali testate giornalistiche britanniche dopo le dimissioni del direttore generale George Entwistle, che ha lasciato il suo posto dopo soli 54 giorni di incarico. Lo scandalo pedofilia, partito con le accuse al presentatore televisivo Jimmy Savile, ormai morto, arriva a colpire anche una delle più importanti televisioni pubbliche al mondo. Da Savile, infatti, le accuse si sono propagate a macchia d’olio e così il programma giornalistico Newsnight è arrivato ad accusare di terribili crimini, che poi si sono rivelati non avere alcun riscontro nella realtà, persino Lord McAlpine, un anziano conservatore che siede nella camera alta del parlamento britannico. Entwistle ha ammesso di non sapere nulla delle accuse a McAlpine, proprio lui che, in quanto direttore generale, era anche a capo dei contenuti editoriali della rete. E così gli attacchi dalla stampa e dalla politica lo hanno portato alle dimissioni.

Un cedimento che ora porta a parlare, appunto, di caos nella Bbc, una confusione generalizzata che mette a serio rischio l’immagine stessa del network pubblico. Secondo il Guardian, le dimissioni di Entwistle hanno del “drammatico”. Secondo il Daily Telegraph, quotidiano conservatore, “ora la palla passa nelle mani del governo”. Altri giornali, come l’Independent, già si lanciano sul toto-scommesse per capire chi sarà il prossimo direttore generale, “con la speranza che la delega del controllo dei contenuti editoriali venga scorporata”.

La polizia e anche un’inchiesta ministeriale stanno indagando su centinaia di accuse che stanno giungendo da ogni parte del Regno Unito. Donne ormai adulte che raccontano di presunti abusi da parte del presentatore, spesso negli stessi studi della Bbc, ma anche in case private e case d’accoglienza per orfani e bambini disagiati, dove Savile faceva il volontario. Il Guardian, in un editoriale, oggi commenta: “Questo Paese non fa abbastanza per la pedofilia e spesso queste persone agiscono indisturbate”. Il giornale vicino alla sinistra è andato a raccogliere alcuni dati. Secondo il ministero della Giustizia, ad esempio, nel 2010 solo 2.135 persone sono state condannate nel Regno Unito per questi crimini, a fronte di 23mila reati accertati dalla polizia. “Per decenni – prosegue l’editoriale del Guardian – una certa cultura giornalistica e politica ha presentato le vittime come bugiarde, maliziose e fantasiose. Gli abusi sui bambini esistono, chiaramente, tranne quando si tratta di trovare e perseguire un criminale. Qualcosa, se non molto, ora deve cambiare”.

Secondo il Telegraph, invece, anche il governo non ha agito nel modo giusto. Con un commento nelle prime pagine, il quotidiano conservatore oggi ha espresso “preoccupazione” per le ripercussioni sulla politica. “Quando le accuse a figure senior dei conservatori sono emerse, il premier David Cameron si è mostrato disperatamente impegnato per evitare di apparire poco reattivo. Ora Cameron è davanti a uno dei più difficili momenti della sua premiership. Non è compito suo mettere ordine nella Bbc. Ma è suo compito mostrare che la politica sta reagendo e metterla in prima linea nell’opera di riforma delle regole della libera stampa”. Dopo il caso Murdoch della scorsa estate fu avviata l’inchiesta guidata da Lord Leveson, per indagare sullo stato di salute del giornalismo britannico. Ora la commissione dovrà sicuramente allargare il suo raggio d’azione. L’aver dato del pedofilo a un senatore conservatore, insomma, potrebbe essere l’avvio di una rivoluzione per la stampa del Regno Unito. Un punto di non ritorno oltre il quale tutte le regole – o, spesso, le mancate regole – verranno sovvertite.

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