In un mondo ottuso e criminale che si riempie la bocca di parole come crescita, sviluppo, competitività, è una  fortuna che ci siano ancora persone sensibili come il francese Patrick Rouxel che con la sua macchina da presa, usando solo le immagini, eloquenti e strazianti immagini, riesce a farci capire (per chi vuole capire, naturalmente), la follia dei nostri giorni.

“Green” è il documentario di cui parlo, vincitore di diversi premi, dal Durango Film Festival del 2009, all’International Wildlife Film Festival, sempre del 2009, al Festival della Biodiversità del 2010, interamente girato in prima persona da Rouxel, senza l’ausilio di una troupe. “Green” ci racconta gli ultimi toccanti giorni di vita di una femmina di orango nella Indonesia di oggi, un paese sulla via dello sviluppo, lo sviluppo di Monti, lo sviluppo della Merkel, lo sviluppo di Obama, perché questo è l’unico sviluppo possibile. “Provate pure a credervi assolti, siete lo stesso coinvolti” (De André).

 

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