Fischi e strilli di dissenso ieri sono piovuti contro il ministro ai Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, nel corso della discussione avvenuta ieri in Aula sulle disposizioni a favore delle zone colpite dal terremoto in Emilia Romagna. La contestazione contro il ministro è stata corale e ha coinvolto Pdl, Pd e Udc. Miccia della polemica: il terzo rinvio richiesto da Giarda per avere il parere della Ragioneria generale di Stato sull’emendamento che proroga le misure fiscali a favore delle aree terremotate dell’Emilia. La richiesta di tale parere, come ha spiegato il Ministro, era finalizzata ad evitare “contraddizioni nel testo, che, nella sua apparente semplicità, tocca questioni complesse”. Nella giornata del 6 novembre, ad inizio seduta, è stato il Presidente della commissione Affari Costituzionali, Donato Bruno (Pdl), ad annunciare un inevitabile ritardo nella discussione della norma, a causa dell’attesa del parere della Ragioneria. Il Presidente della Camera Fini a stento ha trattenuto la sua stizza e così ha commentato: “La Presidenza non può che prendere atto della richiesta, più che legittima, che pur tuttavia comporta la necessità di precise assunzioni di responsabilità. In altri termini” – ha puntualizzato – “la richiesta di cinque ore ulteriori perchè la Ragioneria generale dello Stato fornisca un parere su un emendamento in tanti anni mai mi era capitato di sentirla. Non posso che prenderne atto e quindi la seduta è sospesa”. A Fini si sono associati anche Cicchitto (Pdl), Fedriga (Lega Nord) e Franceschini (Pd), che ha ribadito con toni più forti: “Siamo in un Paese in cui il Parlamento è sovrano, è la Ragioneria che deve adeguarsi ai suoi tempi, non il contrario“. Di fronte a questa rivolta del Parlamento, ha dovuto prendere la parola Giarda che ha rivendicato la necessità dell’operato della Ragioneria di Stato. “Vorrei spendere e lo faccio con la consapevolezza del clima che c’è nell’Aula” – ha dichiarato il Ministro – “una parola a favore di un importantissimo pezzo dell’amministrazione pubblica qual è la Ragioneria generale dello Stato. E lo faccio consapevolmente, signori deputati”. Dai banchi dei parlamentari si sono levate urla di indignazione, che però non hanno scoraggiato Giarda. “Lo sto facendo in piena consapevolezza” – ha continuato – “e ribadisco che l’emendamento che ci è stato sottoposto è estremamente complesso e ha bisogno di essere valutato per l’insieme delle condizioni che esso pone”. La grave frattura tra il Parlamento e il governo Monti ha spinto in serata quest’ultimo a porre la fiducia sul ddl contenente le misure sulle aree colpite dal sisma del maggio 2012
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