Il tasso di crescita “rallentato” dell’Italia rappresenta una “preoccupazione” per la Commissione Europea. Lo ha detto il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Olli Rehn commentando le previsioni economiche per i 27 paesi dell’Ue rese note oggi da Bruxelles che hanno rivisto al ribasso la stima crescita del Paese, con un rapporto debito/Pil peggiore rispetto a quello preventivato dall’attuale governo Monti, ma anche un peggioramento economico per quasi tutti i Paesi europei. 

In particolare per l’Italia si prevede una tiepida ripresa nei prossimi due anni con solo l’avvicinamento al pareggio di bilancio strutturale nel 2013. E per quanto riguarda l‘inflazione, secondo la Commissione scenderà solo alla fine di quest’anno, con un successivo aumento dei prezzi nel terzo trimestre del prossimo anno a causa dell’aumento dell’Iva. Peggioramento infine rispetto al maggio scorso anche per i dati sulla disoccupazione che per il 2013 sfiorerà il record del 12 per cento

STIME SUL PIL TAGLIATE. Quest’anno il Prodotto Interno Lordo italiano si contrarrà del 2,3%, nel 2013 dello 0,5 per cento e ritornerà in territorio positivo, ma solo dello 0,8% nel 2014, assumendo che le politiche restino invariate. Il governo ha invece previsto un calo del 2,4% per il 2012, dello 0,2 per cento nel 2013 e una crescita dell’1,1% nel 2014. Inoltre, dopo la ”profonda recessione” del 2012, l’Italia vedrà una “ripresa tiepida” nel 2013-2014 a causa di “incertezza e condizioni creditizie difficili” e l’attività economica riprenderà nella seconda metà del 2013 ma a un “ritmo molto contenuto”.

BENE SU AVANZO PRIMARIO, PEGGIORA IL DEFICIT. Secondo Bruxelles, poi, l’avanzo primario supererà il 5% nel 2013 e si stabilizzerà al 3,7% nel 2014. Il consolidamento fiscale potrebbe continuare quindi per l’Ue “solo fino al 2013”. Peggiorano invece le previsioni sul livello del deficit dell’Italia, che sarà al 2,9% quest’anno mentre resterà al 2,1% sia nel 2013 che nel 2014, assumendo che le politiche restino invariate. Il governo prevede invece un deficit del 2,6% per il 2012, dell’1,8 per cento nel 2013 e dell’1,5% nel 2014. 

SCENDE L’INFLAZIONE NEL 2013. Il tasso di inflazione in Italia, al 3,3% nel 2012, scenderà al 2 per cento nel 2013 e all’1,7% nel 2014. Secondo quanto prevede l’Ue, l’inflazione inizierà a scendere alla fine di quest’anno, mentre l’aumento dell’Iva previsto a luglio 2013 farà di nuovo salire i prezzi nel terzo trimestre del 2013. Quanto al 2014 la discesa è stimata in base all’assunzione di un calo del prezzo del petrolio e a minori pressioni sul costo del lavoro.

PER UE DEBITO PEGGIO RISPETTO AL GOVERNO. Netto peggioramento delle previsioni sul debito italiano, che quest’anno secondo la Commissione schizzerà al 126,5%, seguito da una crescita al 127,6% nel 2013 e una lenta discesa al 126,5% nel 2014. Il governo ha previsto un rapporto debito/pil  migliore e rispettivamente del 126,4% nel 2012, del 127,1 per cento nel 2013 e del 125,1% nel 2014.

DISOCCUPAZIONE SFIORA IL 12%.  Dopo aver raggiunto il 10,6% quest’anno, il tasso di disoccupazione del Paese continuerà a salire raggiungendo picchi record dell’11,5% nel 2013 e dell’11,8% nel 2014. Il trend è dovuto al maggior numero di persone in cerca di lavoro per la crisi e agli effetti della riforma delle pensioni. La stima è  molto peggiore rispetto a quella che la stessa Commissione aveva fatto nel maggio scorso, con un tasso di disoccupazione che si manteneva sotto il 10% anche nel 2013.

PEGGIORANO DATI SU TUTTA L’EUROZONA. Per quanto concerne tutti i 27 paesi dell’Unione, la Commissione ha rivisto al ribasso la previsione sull’andamento del Pil dell’Eurozona nel 2012, ora atteso in calo dello 0,4% contro il -0,3% di maggio. Invariata, per il momento, la stima per il 2013 a +0,1%. Più forte il ribasso per le previsioni della Ue a 27: -0,3 per cento nel 2012 (era 0,0%) e +0,4 per cento nel 2013 contro il +1,3% stimato a primavera. Infine la debole ripresa economica non aiuta la creazione di posti di lavoro: secondo la Commissione Ue il tasso di disoccupazione salirà all’11,8% nel 2013, dopo avere raggiunto l’11,3% quest’anno. Leggero calo previsto nel 2014, a 11,7%, anche se restano forti differenze tra gli stati membri.

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