“Donne al volante, pericolo costante”. Quante volte abbiamo sentito questa frase? Io spesso, ma devo ammettere che nel mio caso, talvolta, il proverbio si è rivelato piuttosto azzeccato: sorvolo su quel che ho combinato all’esame pratico per la patente, ma confesso che, una volta – guidavo da pochissimo, se può costituire un’attenuante – ho parcheggiato sopra la grossa e nodosa radice di un albero che sporgeva dall’asfalto, costringendo a un intervento notte-tempo chi aveva in custodia l’altro mazzo di chiavi (fosse stato per me avrei lasciato l’auto lì perché non mi sembrava di essermi macchiata di alcun misfatto).

Sta di fatto che le barzellette sulle donne alla guida sono vecchie più del mondo e anche Youtube si sbizzarrisce per bene sul tema.

Per non parlare degli esempi cinematografici: si pensi alla guida spericolata di Grace Kelly sulla Grande Corniche napoleonica in “Caccia al Ladro” di Alfred Hitchcock, al viaggio “on the road” di Thelma e Louise, nell’omonimo film di Ridley Scott o, ancora, a “Le motorizzate”, una pellicola diretta da Marino Girolami del 1963 e, come si capisce dal titolo, interamente dedicata alle donne al volante (in un episodio c’è, ad esempio, una suora democristiana che tampona tre comunisti).

Eppure, l’adagio sulla guida dell’auto sembra proprio non avere un effettivo riscontro pratico, tant’è che fino a oggi le donne pagavano meno rispetto agli uomini sia per l’assicurazione cosiddetta Rc auto, poiché di fatto giudicate più prudenti, sia, vivendo più a lungo, per le polizze vita. Dal 21 dicembre, però, come stabilito da una sentenza della Corte di giustizia europea che mira a eliminare ogni forma di discriminazione sessuale, la musica dovrà cambiare e le donne saranno costrette a pagare lo stesso premio degli uomini per le polizze assicurative. Visto che fino a oggi hanno speso meno, è chiaro che si tratterà di una penalizzazione che comporterà un esborso maggiore per il sesso femminile.

La nuova legge, si potrebbe obiettare, dovrebbe però, allo stesso tempo, condurre a un minore aggravio per gli uomini. Ma non sembra essere il caso, visto che, ad esempio, in Belgio, dove già dal 2007 le assicurazioni non fanno più differenze di genere, si è verificato un aumento generalizzato delle tariffe. Una cosa simile accade quando aumenta il prezzo del petrolio e aumenta di pari passo quello della benzina, mentre non sempre (quasi mai?) succede il contrario. Staremo a vedere, intanto l’Osservatorio SuperMoney, un portale che consente di confrontare costi di varia natura tra cui quelli assicurativi, in un recente studio, ha rilevato che negli ultimi sei mesi il prezzo dell’Rc auto al femminile è già aumentato di oltre il 4 per cento, mentre le polizze al maschile sono rimaste pressoché invariate.

“Avete voluto la parità dei sessi?”, ci sentiamo spesso domandare in maniera polemica quando, come nel caso delle assicurazioni, ci lamentiamo degli svantaggi che talvolta l’eliminazione delle differenze di genere comporta. Va benissimo la parità, ma si potrebbe cercare di promuoverla anche in altri ambiti, come ad esempio quello lavorativo, dove invece i benefici per le donne sarebbero concreti e immediati.

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