In Sicilia chi si appresta a governare rappresenta la minoranza degli elettori, ma chi non va a votare ha sempre torto. L’astensionismo è una tendenza nazionale? Il voto siciliano è un’anticipazione di ciò che accadrà alle prossime elezioni politiche? Una cosa è certa: in Sicilia ha trionfato l’antipolitica. Il risultato di 5Stelle è straordinario perché ottenuto in una terra che, fino a poco tempo fa, era ostile al rinnovamento.

Grillo, rispetto alle regionali del 2008, è passato dall’1,7 al 14,9% diventando il primo partito. Pur vincendo con Rosario Crocetta il Pd ha contribuito al fortissimo astensionismo e al risultato del candidato di Beppe Grillo, Giancarlo Cancelleri, pagando la scelta di allearsi con l’Udc (il partito di Totò Cuffaro in galera con una condanna definitiva per associazione esterna alla mafia), con un risultato molto modesto: 13,4%, perdendo il 5,3% dalle ultime regionali. Il risultato della Sicilia ha confermato i sondaggi nazionali: per Berlusconi e i suoi agitatori non c’è trippa per gatti e le previsioni per le prossime elezioni politiche danno maltempo.

In un colpo solo nella regione che esprime il segretario nazionale del partito, Angelino Alfano, il Pdl è passato dal 33,4 al 12,9%. Il Cavaliere, che nel 2001 fece il pieno: 61 seggi su 61, senza aiuti “particolari” è allo sfacelo. Il movimento di Beppe Grillo detterà le regole del gioco perché al governatore Crocetta mancano 6 seggi per avere la maggioranza. Da chi li prenderà? Da Miccichè? Farà l’accordo con il partito di Lombardo, accusato di favoreggiamento a Cosa nostra? Credo che Crocetta con la sua storia di lotta alla mafia, prima come sindaco di Gela poi da vicepresidente dell’antimafia a Bruxelles, non farà i soliti giochetti sottobanco come fece nella passata legislatura la senatrice Finocchiaro. Grillo non ha vinto, ha stravinto, e il commento di Facci su “Libero” mi ha fatto ridere più del solito: “Il comico-ex-comico, al dunque, ha preso i voti che gli altri partiti hanno perso: molti percentualmente, pochi complessivamente”. Morale, secondo Facci Grillo avrebbe deluso perché non è riuscito a portare più gente a votare. Mi Facci il piacere… E’ importante capire chi sono quelli che votano per Grillo. E’ uscito da poco un libro molto interessante scritto dal giornalista Giuliano Santoro “Un Grillo qualunque” edito da Castelvecchi, dove per la prima volta vengono analizzati sia il movimento, mettendone in risalto luci ed ombre, che i votanti 5 Stelle.

Santoro scrive che hanno una cultura media alta, sono quelli delle partite Iva, dei contratti precari, i delusi dalla sinistra, “i naufraghi della generazione perduta calpestata in piazza e vittima della sindrome di impotenza della politica tradizionale, i giovani che votano per la prima volta e i frustrati dalla crisi Berlusconi-Bossi”. Sono quelli stanchi delle promesse mai mantenute e dei politici ladri. L’analisi mette in risalto che “la distribuzione del voto a Grillo è molto articolata, anche se negli anni del suo boom si è collocata soprattutto a Destra”. Credo che nel caso di Grillo la distinzione tra la destra e la sinistra sia molto relativa. Il vero problema di 5Stelle è un altro: oltre a rompere bisogna cominciare a costruire. Come ha detto lo stesso Cancelleri: “Ora bisogna cominciare a lavorare”.  

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