Poi dicono “è una bufala”. Purtroppo qualche volta è vero. Nel senso peggiore del termine. Lo dice un’inchiesta dell’Antimafia di Napoli che è partita per indagare sui rapporti tra il clan La Torre e l’Armani delle mozzarelle, come amava autodefinirsi Giuseppe Mandara, titolare di uno più rinomati caseifici campani, ed ha finito per occuparsi di cosa arriva sulle nostre tavole. I pm Conzo, Giordano e D’Alessio hanno scoperto che la famosa e prelibata mozzarella di bufala campana dop, che per conquistare il marchio dovrebbe superare le forche caudine di un rigido protocollo sulla genuinità e provenienza della materia prima, veniva spesso prodotta con latte dell’est europeo. Di basso costo e congelato.

Per questo insistono nel chiedere l’arresto di Mandara, già raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per reati di camorra nel luglio scorso, rimesso in libertà un paio di settimane dopo. Lo definiscono il “promotore, organizzatore e capo del gruppo criminale” che per anni avrebbe violato il disciplinare di produzione, grazie a un accordo fraudolento tra controllori e controllati. Ovvero tra i titolari di alcuni grandi caseifici e i vertici del Consorzio, anch’essi indagati. I pm hanno allegato agli atti le trascrizioni di decine di telefonate in cui gli indagati discutono delle loro trasgressioni al disciplinare, dell’uso di materia prima proveniente dalla Lituania, dall’Estonia e dalla Polonia (si accenna persino a latte in polvere in arrivo dall’India…) e della necessità di utilizzare decine di migliaia di quintali di latte congelato e stoccato nei depositi, del valore di milioni di euro. Senza il quale – lamentano – i costi si moltiplicherebbero e il fatturato dimezzerebbe.

La Procura ha chiesto 38 arresti in carcere e il sequestro di una trentina di caseifici. Il Gip Anita Polito, in una ordinanza di 124 pagine che riassume le tappe dell’inchiesta, ha detto no alle misure cautelari perché non sussisterebbero i gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione a delinquere e mancherebbe l’attualità del reato, constatato che “gli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria si fermano al settembre 2010”. I pm hanno fatto ricorso al Riesame, che lo discuterà a fine novembre.

Per fregiarsi del marchio Dop, la mozzarella di bufala campana dovrebbe essere prodotta solo con latte fresco proveniente dalle province di Caserta e Salerno, o di altri comuni ricompresi tra le province di Napoli, Benevento, Isernia, Frosinone, Latina, Foggia, Roma. Latte che deve essere trasformato entro 60 ore dalla mungitura, acidificato con siero naturale e coagulato con caglio di vitello. Regole che nessuno rispettava, nella continua corsa al ribasso dei prezzi e alla necessità di tamponare in qualche modo gli effetti di alcune epidemie di brucellosi, che hanno decimato i capi di bestiame e la produzione di latte fresco. Quando tutti barano è più conveniente impegnarsi per cambiare le regole piuttosto che mettersi a norma.

Così si avviano le operazioni di lobbying per tentare di modificare il disciplinare. C’è un’intercettazione di Mandara illuminante in tal senso. E’ stata captata sul suo cellulare il 20 gennaio 2010. Mandara ha appena parlato del problema con due “eminenti personaggi politici”. “In pratica – dice – gli ho spiegato che tutto il contrasto nasce perché il mondo agricolo ha creato un casino per il latte congelato che non vogliono che venga utilizzato… Confagricoltura che sta facendo tutto sto bordello… il mondo agricolo produce il 40% in più di latte nel periodo invernale contro il periodo estivo… che ne facciamo di questo latte congelato? … allora che cosa vogliono i trasformatori? Vogliono che venga legalizzato quello che fanno da 20 anni, ossia utilizzare il latte congelato… tutti quanti da venti anni lo utilizzano d’estate… e io l’ho detto all’assessore regionale Nappi: “Ora dovete legalizzare questa pratica””.

C’è poi chi vorrebbe incontrare il ministro Luca Zaia in persona per indurlo a far modificare il disciplinare. Non tutti sono d’accordo. Uno dei principali produttori di mozzarella Dop, Raffaele Garofalo (indagato), viene intercettato mentre afferma: “E’ una pazzia”. In un’altra conversazione però dice: “Il latte congelato esisterà sempre. Se non si apre il disciplinare al latte congelato, i prodotti alternativi andranno in concorrenza”.

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