C’è spazio per azioni di responsabilità contro gli ex vertici di Fondiaria Sai per le maxi-consulenze a Salvatore Ligresti e le sponsorizzazioni a Laità, la società proprietaria del cavallo dell’ex presidente della compagnia, Jonella Ligresti. Lo stesso vale per i contratti assegnati a Gilli, il marchio dell’ex numero uno della holding Premafin, Giulia Ligresti. A certificare i dubbi più volte sollevati dagli osservatori nei mesi scorsi, sono alcune delle indicazioni della relazione conclusiva del collegio sindacale della compagnia sulle operazioni, soprattutto immobiliari, denunciate un anno fa dal fondo Amber.

Nella relazione preparata per l’assemblea dei soci, in programma martedì prossimo, ora il collegio sindacale di FonSai  parla tra l’altro degli accertamenti effettuati dal consiglio di amministrazione sulle 14 operazioni, che il commissario ad acta nominato dall’Isvap – l’ente pubblico di vigilanza sulle assicurazioni ufficialmente il cui presidente Giancarlo Giannini è ufficialmente sotto inchiesta da martedì 23 per inadempimenti proprio nel controllo su FonSai – ha ritenuto comprese nel proprio mandato. Tra queste, oltre ad importanti operazioni immobiliari, ci sono anche le consulenze del costruttore siciliano e le sponsorizzazioni a Laità.

Su questi temi il collegio non formula proposte, che invece illustra per quanto riguarda le restanti sette operazioni (compresi i compensi in favore di Gilli), soggette alla sua valutazione. “Gli advisors legali hanno evidenziato specifici profili di responsabilità”, osserva peraltro il collegio sindacale relativamente alle consulenze per 40 milioni di euro pagate tra il 2003 al 2010 a Salvatore Ligresti. E ribadisce che “l’operazione in questione si presenta gravemente censurabile, avendo comportato la fuoriuscita dalle casse sociali di un’imponente somma di denaro a fronte di controprestazioni che continuano a non essere accertate”.

Legali favorevoli all’azione di responsabilità anche con riferimento a Toulon, il cavallo di Jonella, anche se il board non ha ottenuto le relazioni richieste sulle prestazioni rese dalla società ippica Laità in cambio della sponsorizzazione, ma solo “supporti fotografici di manifestazioni sportive nelle quali è stato esposto il marchio del gruppo Fondiaria Sai”. I sindaci, da parte loro, non hanno ottenuto dall’ex presidente di Fonsai un chiarimento sull’una tantum’ da 740mila euro assegnata a gennaio 2010 all’ex ad Fausto Marchionni per le funzioni di direttore generale.

Scorrendo la relazione del collegio sindacale si passa quindi alle sette operazioni soggette alla valutazione dell’organo di controllo. Riguardo in particolare all’iniziativa di marketing per abbinare, quattro anni di fila, alle borse Gilli disegnate da Giulia Ligresti, una polizza FonSai contro il rischio di scippo, nella relazione si legge: “l’operazione in corso appare censurabile avendo avuto l’effetto di far fuoriuscire dalla casse del gruppo un’ingente somma di denaro (euro 1.200.000) andata a beneficio di una società riferibile agli azionisti di riferimento. Il tutto a fronte di una contropartita consistente semplicemente nell’ottenere che il logo FonSai comparisse nel materiale di comunicazione e che un pieghevole a forma di carta di credito fosse inserito nelle borse”.

Per questo il collegio sindacale invita il cda, che deve essere nominato in seguito al passaggio della compagnia sotto il controllo di Unipol, a convocare l’assemblea per l’azione di responsabilità contro i soggetti firmatari dei contratti. Lo stesso per il contratto che ha assegnato a Gilli campagne pubblicitarie per complessivi 6 milioni nel 2010. I sindaci non ravvisano invece presupposti per azioni risarcitorie in altre operazioni soggette alla loro competenza e non a quello del commissario (l’acquisto della società Hedf Isola, quello di azioni Alerion, nei compensi a Sogepi) mentre chiedono approfondimenti per per la ristrutturazione del Golf Hotel di Madonna di Campiglio e propongono infine l’azione di responsabilità verso i vecchi amministratori della compagnia per l’operazione immobiliare Area Castello che vede coinvolta, come nella precedente, Europrogetti, controllata dalla holding dei Ligresti, Sinergia.

Quanto alle dimissioni di Piergiorgio Peluso, ex direttore generale di FonSai, sono costate alla compagnia  circa 3,7 milioni di euro, 100mila euro in più rispetto alle indiscrezioni di stampa dei giorni scorsi. Il figlio del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, in carica da circa 15 mesi, si è dimesso ad agosto facendo valere la clausola di cambio di controllo della società contenuta nel suo contratto, che dava diritto a ricevere “un importo pari a tre annualità dell’ultima retribuzione”.

La cifra è stata calcolata sulla base di una retribuzione annua lorda di 914.062,48 euro e “tenuto conto anche del bonus minimo garantito” di 400mila euro “per un anno” concordato all’atto dell’assunzione. L’importo da corrispondere da parte di Fonsai, i cui azionisti hanno visto il valore delle loro azioni distrutto negli ultimi due anni, è pari a 3.702.187,44 euro, di cui 609.374,99 euro per l’indennità sostitutiva del preavviso ed 3.092.812,45 euro lordi a titolo di incentivo all’esodo, in aggiunta alle spettanze di fine rapporto. La somma andrà pagata “entro e non oltre” il 30 novembre.

Articolo Precedente

Mediaset, il legittimo impedimento e quel Cdm sulla corruzione

next
Articolo Successivo

Il diritto alla furbizia e all’illecito

next