Dopo la bella prova di sé che hanno dato governo e Parlamento con il ddl anticorruzione, adesso sembra si vogliano occupare della incandidabilità: i condannati non potranno fare gli onorevoli (ma va?). Ammesso che questa cosa veda mai la luce, si tratterà di uno specchietto per le allodole, come la legge anticorruzione.

 1 – L’incandidabilità scatterebbe a seguito di una sentenza di condanna definitiva a pena maggiore di 2 anni di reclusione (ma si parla anche di 3).

2 – Omicidio, rapina e traffico di droga in genere sono sanzionati con pene superiori. Ma è difficile che i parlamentari commettano reati di questo tipo: hanno altri mezzi più sicuri per arricchirsi. Comunque, è vero, l’onorevole che ammazza la moglie non potrà più frequentare il Parlamento.

3 – I reati tipici di questa gente, come ognuno (e anche il governo) sa benissimo, sono concussione, corruzione, traffico di influenze, voto di scambio, falso in bilancio, frode fiscale, abuso in atti d’ufficio.

4 – A eccezione della concussione con violenza o minaccia (che non si verifica mai) tutti gli altri reati sono a prescrizione garantita. Bisogna arrivare a sentenza definitiva entro 10 anni e 8 mesi per la concussione per induzione ed entro 7 anni e mezzo per gli altri reati. Siccome le indagini, per questo genere di delitti, cominciano a distanza di qualche anno dal fatto (in media 3 o 4) gli anni che restano non sono sufficienti per celebrare i processi in Tribunale, Appello e Cassazione. Quindi la sentenza definitiva sarà: “Reato estinto per prescrizione”. Cioè che l’imputato ha commesso il reato ma non può essere condannato. Sicché niente sentenza definitiva di condanna e niente incandidabilità.

5 – Per il traffico di influenze e il voto di scambio non si possono fare le intercettazioni telefoniche. Senza di queste le indagini non partono nemmeno. I trafficanti sono uniti da un patto ferreo: nessuno denuncia l’altro perché andrebbe in prigione pure lui. Ne consegue che i processi che potrebbero portare a condanne definitive non si faranno. Niente incandidabilità.

6 – Il falso in bilancio non esiste più. Anzi esiste ma di fatto non è perseguibile; lo sanno anche i sassi. Quindi niente incandidabilità.

7 – Perché sussistano traffico di influenze, voto di scambio e abuso d’ufficio occorre che il premio dato o promesso al delinquente sia denaro o altro vantaggio patrimoniale. Insomma, soldi. Ma è ovvio che in questi casi di soldi non ne circolano. Il premio consiste nel fatto che oggi io aiuto te e domani tu aiuti me. Sono tutti “a disposizione”. Niente soldi, niente reato; niente reato, niente incandidabilità.

8 – Se, hai visto mai, a condanna definitiva si dovesse arrivare (si dice che le vie del Signore sono infinite, peccato che non sia vero) c’è sempre Santo (per restare in tema) patteggiamento. Ma non si patteggia a più di due anni perchè altrimenti niente sospensione condizionale, cioè galera immediata. Quindi niente incandidabilità.

Ma quando la smetteranno di prenderci per… il fondo dei pantaloni?

Il Fatto Quotidiano, 19 Ottobre 2012

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