carabinieri del Comando Provinciale di Piacenza a conclusione di una complessa indagine negli ambienti dei mercanti d’arte, hanno recuperato una testimonianza archeologica di inestimabile valore trafugata 25-30 anni fa in zona archeologica Ercolano-Pompei e trovata in possesso di un professionista. Si tratta della testa di una statua funeraria riconducibile al periodo tra l’anno 100 a.c. e l’anno 50 d.c. 

Denunciati per ricettazione un restauratore piacentino e un professionista di Parma, dopo il ritrovamento della statua pompeiana da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo di Piacenza.

La rara testimonianza del patrimonio storico, esaminata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Archeologici di Parma, ha destato enorme interesse nell’ambiente culturale e archeologico e dovrebbe raffigurare il volto di Agrippina Minore, ovvero Giulia Agrippina, figlia minore di Nerone.

Il prezioso manufatto è stato custodito per quasi trent’anni dal professionista, che ha tentato di venderlo solo in questi giorni. Ed è qui che è scattata l’indagine, partita proprio da alcune segnalazioni giunte ai militari dal mondo dell’arte.

 

Articolo Precedente

Rimborsi di viaggio in Regione, Vecchi (Pdl) rinviato a giudizio per truffa

next
Articolo Successivo

L’ira di Dario Fo: “Monti non parla mai di giovani disoccupati e di cassintegrati”

next