Da Giosuè Carducci alle Coop. Domani riapre a Bologna la storica libreria Zanichelli, oltre due secoli di storia, nel pieno centro della città. Il negozio che dal 1989 per oltre 20 anni era in affitto alla Feltrinelli ora è finito nelle proprietà della catena delle Librerie.coop e domani, alla presenza tra gli altri di Umberto Eco, partirà con le vendite. Il tutto mentre i dipendenti delle altre rivendite bolognesi della catena sono in cassa integrazione a rotazione dal 1 aprile: in pratica rimangono a casa nei punti vendita di Bologna, ogni settimana, 7,5 lavoratori full time su 60 dipendenti.

“Questa apertura è il modo migliore per risolvere il problema – spiega durante la conferenza stampa di presentazione Adriano Turrini, numero uno di Coop adriatica, socio di riferimento della catena – È solo con lo sviluppo che si riprende. Dal punto si vista simbolico per Coop adriatica la Zanichelli è stato un punto di partenza”. A metà aprile, proprio mentre partiva la cassa integrazione negli altri negozi bolognesi, il più famoso dei quali è la Libreria coop Ambasciatori, molti lavoratori caddero dalle nuvole alla notizia della nuova acquisizione: ““Ma come? Noi siamo in cassa integrazione e la proprietà acquista una nuova libreria? Speriamo almeno che serva a togliere qualcuno dalla precarietà in cui ci troviamo”.

Domenico Pellicanò, presidente di Librerie.coop prova a rassicurare. “È un anno difficile per tutto il mondo del libro. Questa crisi arriva in un momento in cui la società è ancora in start up ed è appesantita da investimenti e ammortamenti. Siamo stati costretti a utilizzare gli ammortizzatori sociali”. La cassa integrazione, è stato annunciato oggi, sarà sospesa a dicembre per le vendite natalizie, ma si protrarrà poi fino a marzo 2013. “La cassa è stata sopportata molto bene dai nostri collaboratori. E ha dato molti frutti”, ha detto il presidente di Libreie.coop. “In controtendenza rispetto al mercato stiamo fatturando più degli altri. La media delle librerie è del -9 %, noi a rete globale +2 %”.

Di sicuro è uno strano “Risiko” quello della catena Librerie.coop. Se infatti a Bologna si riapre una rivendita storica, non mancano anche le chiusure. Due negozi saranno chiusi in Liguria e un’altro, alle Officine Minganti, ha già chiuso a Bologna. Ma già sempre in Liguria si parla di due prossime aperture e poi, per i prossimi due anni, si parla di inaugurazioni a Modena, Ferrara e Ravenna. Per ora le librerie sono 27 in tutta la penisola.

Intanto va avanti una vera e propria “occupazione” del centro storico di Bologna da parte delle coop rosse. Oltre alla libreria Ambasciatori e alla Zanichelli, presto sarà aperto al pubblico anche l’enorme Mercato di mezzo oltre alla acquisizione a luglio scorso di otto rivendite della catena di alimentari Plenty market. “Abbiamo un dovere di carattere sociale: restituire alla città dove sei nato una parte di quel valore aggiunto”, ha dettto Adriano Turrini.

Ma intanto, a proposito della acquisizione nuova libreria Zanichelli, l’opposizione in Comune, targata Pdl-Lega nord, chiama in causa la Corte dei conti. Alla gara per avere la licenza, “donata” dalla Casa editrice Zanichelli al prezzo simbolico di 1 euro, partecipò una cordata di librai bolognesi che oggi, assieme al centrodestra, si scagliano contro la scelta della giunta del sindaco Pd Virginio Merola. Secondo gli la cordata antagonista il Comune di Bologna (proprietario dei muri e quindi beneficiario di un affitto) avrebbe dovuto fare una gara pubblica per assegnare un bene, garantendo tutti gli interessati al subentro. Invece la gara fu tenuta da Zanichelli in privato. Pellicanò di Librerie.coop ora si difende: “La società di questa libreria era di proprietà di un privato cioè della casa editrice Zanichelli. Zanichelli ha fatto diventare una cosa privata pubblica e l’ha messa a gara e noi abbiamo fatto l’offerta più vantaggiosa in termini d’affitto per il Comune”.

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