Nemmeno il tempo dell’annuncio. Non sono piaciute a molti le parole dell’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda, che aveva lanciato l’idea di una graduale chiusura di tutti gli inceneritori esistenti in Emilia Romagna, a partire da quelli con più anzianità di esercizio. “Ci tengo a specificarlo – aveva spiegato Freda a ilfattoquotidiano.it – la linea è quella di tutta la giunta e le multiutility si atterrano al piano”.

A mettere le cose in chiaro ci ha pensato Vasco Errani in persona, dopo le vibranti proteste di chi gli inceneritori e i termovalorizzatori li gestisce, e cioè Hera e Iren. “Il piano regionale dei rifiuti sarà innovativo e condiviso”, ha spiegato in una lettera il governatore, specificando che ci sarà un percorso di consultazione “con tutti gli attori”. Un modo come un altro per rassicurare le allarmatissime multiutility, che tanto hanno investito sui maxi impianti di termovalorizzazione e che, tramite Confservizi, avevano lanciato l’allarme.

“Non si può immaginare che l’occasione – recitava una lettera aperta di Confservizi indirizzata a Errani e Freda – diventi una opportunità per forzature rispetto alle normative nazionali o per stravolgimenti in merito alla possibilità di pieno utilizzo nel tempo degli impianti già esistenti nei diversi siti sia nel settore della termovalorizzazione che delle discariche. Ciò indurrebbe ulteriori impatti e condizioni di incertezza operativa incompatibili ancor più con il già difficile momento di crisi economica”. E ancora: “Per quanto attiene ai termovalorizzatori, gli stessi sono presenti, come già evidenziato, nelle sole località e dimensioni richieste e si potrà immaginarne una riconsiderazione, oggi non compatibile con le condizioni di mercato, solo quando la pianificazione economica di tali investimenti avrà trovato il necessario riscontro temporale”. Traduzione: la chiusura degli inceneritori si farà magari in futuro. Per il momento però non è di certo all’orizzonte: manca la compatibilità economica. Soprattutto: si dovrà assicurare il pieno utilizzo degli impianti esistenti. La conclusione della lettera aperta di Confeservizi è ancora più esplicita: eventuali chiusure farebbero a pugni con i piani economici di Hera e Iren, “sotto il profilo occupazionale, economico e di qualità del servizio”.

Una preoccupazione che evidentemente è stata accolta in pieno dal numero uno della giunta emiliano romagnola, che con la sua risposta ha stroncato sul nascere la proposta dell’assessore all’ambiente Freda.  A commentare la vicenda Legambiente Emilia Romagna, che denuncia le “illecite pressioni del mondo industriale” e considera “gravissime” le affermazioni di Confservizi. “E’ inaccettabile il tono minaccioso utilizzato nella loro lettera aperta – dichiara Lidia Castagnoli – Un tono che svela la totale assenza di responsabilità civica verso una pianificazione delicata come quella della gestione dei rifiuti, che afferisce alla qualità ambientale e dunque ad un bene comune. Vista la situazione si rivela anche più urgente il voto in consiglio regionale della proposta di legge di iniziativa popolare sulla corretta gestione dei rifiuti, che punta a rendere residuale l’uso di discariche ed inceneritori, anche attraverso la separazione tra chi si occupa della raccolta rifiuti, e chi gestisce gli impianti.”

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