“Mi tocca”, sospira svogliato Marcello Dell’Utri. Oggi come 20 anni fa, “deve” correre per il Senato. E pure ripensare il Pdl, cambiando faccia e nome a un partito più che mai impresentabile: “Lo chiameremo ‘Partito del Cuore’, sperando che il Cuore non si offenda”. Silvio Berlusconi – che intanto depista annunciando che potrebbe non ricandidarsi – ha messo al lavoro proprio lui, il fedelissimo co-fondatore di Forza Italia. Che parte reticente (“Un’intervista? Per carità, no!”) e pian piano svela la strategia del Cavaliere per tornare a Palazzo Chigi.

Senatore, pensa davvero che Berlusconi potrebbe farsi da parte per il bene del partito?
Perché no? Sono i detrattori che dicono che cambia sempre idea. La realtà è che è tutto in fieri. Diciamo che Berlusconi sta aspettando di vedere come si sistemano certe cose prima di decidere.

Per esempio?
Le elezioni in Sicilia sono importantissime. È quello il passaggio portante per decidere il prossimo futuro.

Chi la spunta secondo lei?
Ho l’impressione che non vincerà nessuno. Ci sarà un tale frazionamento che, alla fine, il presidente designato sarà costretto a cercare maggioranze che non avrebbe mai voluto.

C’è pure il fattore Beppe Grillo.
Bravissimo, Grillo. Prestazioni eccezionali, le sue. E non solo quelle fisiche, eh!

Mettiamo che Nello Musumeci si aggiudichi la Sicilia. Avrebbe ancora dubbi, il Cavaliere, sul suo ritorno in scena?
Parliamone tra una quindicina di giorni!

Intanto può rispondere a questo: lei che ha co-fondato Forza Italia, ha un’idea sulla ricetta che può far riemergere il Pdl dal pantano?
Serve il fuoco! È il fuoco che manca.

E come si accende?
Bisogna provocarlo, ci vuole la scintilla.

A chi il ruolo del piromane, se non a B.?
Berlusconi è stato il fuoco, forse lo è ancora. Ma se stiamo tutti a piangerci addosso non andiamo da nessuna parte. Bisogna ardere.

Quindi il testimone può passare al segretario Alfano? Oppure a Montezemolo? Berlusconi ha persino aperto a Fini.
Ma no, non c’è niente di determinato. E poi è vero che i cimiteri sono pieni di persone indispensabili, ma io non vedo nessuno in grado di sostituire Berlusconi.

É vero che il Cavaliere non sopporta più i suoi, e che chiama La Russa e Gasparri “quei fascisti?”
Cosa vuole, sono parole in libertà…

Berlusconi sostiene però di dover pensare alle sue aziende, che “stavano meglio prima che entrassi in politica”.
Ma va’! Questo è assolutamente falso. Ero con lui ai tempi in cui si decise a costruire Forza Italia e il tema aziende non è mai esistito. La sua ambizione è sempre stata il Paese. Poi è chiaro che difenda le sue cose.

Si dice che lei stia modellando il nuovo partito sulla base dei Circoli del Buon Governo, da lei fondati. Conferma?
L’idea è quella. I circoli ci sono e vogliono esprimersi. Abbiamo fatto un grande lavoro, e forse oggi può tornare utile.

Pensa che basterà a ripulire l’immagine del Pdl?
Non so, ma non possiamo arrenderci. É un lavoro enorme, che non so neanche se mi sento di affrontare, ma è fondamentale migliorare la classe politica. Vede che crisi morale c’è? Bisogna formare nuove classi dirigenti, mettere in campo i giovani.

Non per dire un’ovvietà, ma non pensa che le sue vicende giudiziarie rendano un po’ improbabile che l’elettorato creda ai suoi buoni propositi?
Ah beh, certo. Ma che ci posso fare? Tanto viene strumentalizzata qualunque cosa. Se mi preoccupassi di questi problemi non concluderei mai niente nella vita.

Tra poco la Cassazione deciderà sulla sua condanna. Non è che si ricandida pure per evitare (un’altra volta) l’arresto?
Gliel’ho già detto un paio d’anni fa: io ho fatto politica per legittima difesa. E ora mi pioveranno addosso altri 50 mila avvisi di garanzia. Può darsi che mi tocchi andare in Parlamento di nuovo. Io spero di no, ma non lo posso escludere.

E chi la costringe? In fondo ha pronta un’alternativa d’oro, nella sua villa a Santo Domingo.
No, guardi, questa è letteratura. Sì, ho comprato una casa, trasferendo una parte dei soldi che ho incassato dalla vendita della famosa villa sul lago. Ma ho intenzione di passarci solo le vacanze.

Quindi non è pronto a fare il latitante?
Sa qual è il problema? Santo Domingo è bellissima, ma dopo dieci giorni mi rompo. Non c’è proprio niente da fare lì. Glie-l’ho detto: mi sa che mi tocca ricandidarmi.

@BorromeoBea

B.COME BASTA!

di Marco Travaglio 14€ Acquista
Articolo Precedente

Legge elettorale, in commissione due testi. Resta il nodo preferenze vs collegi

next
Articolo Successivo

Coca, soldi e voto di scambio. Non a Reggio, a Milano

next