Il nuovo corso del Teatro Regio di Parma ha il suono del “Va’ pensiero” intonato dalla Corale Verdi e dal Coro del Regio per il 199esimo compleanno del maestro Giuseppe Verdi. Il presidente della Fondazione e sindaco Federico Pizzarotti ha scelto questo giorno speciale, all’interno del festival dedicato al grande compositore, per presentare alla città i nuovi volti che nell’era Cinque stelle guideranno il tempio cittadino della lirica. Il nuovo amministratore esecutivo Carlo Fontana e il direttore artistico Paolo Arcà, con un passato di collaborazione comune alla Scala di Milano, hanno fatto la loro prima uscita ufficiale, annunciando una gestione all’insegna della trasparenza e della sobrietà per superare il momento di difficoltà del teatro. E tra i primi obiettivi entro la fine dell’anno ci sarà proprio quello di rendere noti alla città i numeri, in modo che tutti possano conoscere la gravità dello stato delle cose.

“Il Regio – ha spiegato Fontana – versa in una situazione difficilissima dal punto di vista economico e finanziario, ha un forte disavanzo e un’esposizione debitoria nei confronti degli artisti che rende difficili gli ingaggi”. Una condizione che non è solo emergenza di numeri, ma anche di programmazione artistica, visto che manca ancora il calendario della stagione lirica 2013 (che dovrebbe cominciare il 13 gennaio in occasione della festa del patrono di Parma Sant’Ilario) e del Bicentenario verdiano del prossimo anno, che sta per essere ufficializzato con una legge specifica ora al vaglio del Senato.

“Abbiamo bisogno di sentire l’entusiasmo di tutta la città, aprirci ai giovani e ai lavoratori – ha aggiunto il nuovo amministratore – Chiediamo la solidarietà dei soggetti privati e del mondo delle imprese sulla base dei progetti che proporremo”. Per ora non ci sono titoli certi, ma vecchi problemi da affrontare come la stabilizzazione dei precari storici, che sarà discussa nei prossimi giorni, e al vaglio c’è un piano di ristrutturazione aziendale approntato con la collaborazione gratuita del segretario della Fondazione Toscanini Luigi Ferrari.

Dopo i fasti della passata gestione, la ricetta è quella di limitare le spese, a partire dalla dirigenza. Se l’ex sovrintendente Mauro Meli e il segretario generale Gianfranco Carra, con cui il Regio ha concluso i rapporti il 30 giugno, costavano 460mila euro (di cui 320mila solo Meli), Fontana e Arcà verranno a pesare sui conti del teatro rispettivamente 140mila e 100mila euro lordi annui.

Ma i costi per il presidente della Fondazione Pizzarotti potrebbero diventare più salati, perché all’orizzonte si moltiplicano gli amici e i sostenitori sì, ma anche i nemici, già pronti a trascinare i nuovi amministratori in tribunale. Dopo l’addio di Camera di Commercio e Fondazione Monte di Parma dall’assemblea dei soci fondatori, a dichiarare guerra al sindaco dopo la nomina di Fontana è stato il numero uno della Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, Giuseppe De Leo, che aveva partecipato al concorso bandito dal commissario straordinario Mario Ciclosi per un nuovo sovrintendente.

“Avevo chiesto che democraticamente si procedesse con il concorso e si arrivasse alla scelta del migliore – scrive in una lettera il sovrintendente al sindaco – Invece ingloriosamente avete scelto di far entrare dalla finestra ciò che non poteva entrare dalla porta. Avete modificato illegittimamente lo statuto del Regio con una norma ad personam per favorire la nomina del Sig. Fontana. Mi vedo costretto ad impugnare tutti gli atti in ogni sede ed in ogni grado di giudizio per ripristinare il diritto e l’etica così profondamente feriti”. Pizzarotti ammette candidamente che il bando non è ancora stato revocato, ma si dice tranquillo rispetto a possibili cause legali, che per il momento non ci sono. “Sappiamo che ci sono persone – commenta – che hanno ritenuto scomodo il nostro modo di agire, ma noi non abbiamo interessi o secondi fini”.

Contro le scelte di Pizzarotti e dell’assessore alla Cultura Laura Ferraris è schierata da mesi anche l’Orchestra Srl Teatro Regio di Parma, sostituita all’ultimo momento con la Filarmonica Toscanini nel cartellone del Festival Verdi 2012, dopo che il suo nome compariva già sulle locandine e sul sito del teatro. La motivazione sembra essere di natura economica (Pizzarotti in consiglio ha parlato di un risparmio di 91mila euro), ma la comunicazione è arrivata a un’ora dalla conferenza stampa di presentazione, a fine luglio, senza alcun preavviso. E ha lasciato i cinquanta professori di stucco, con il paradosso di un’orchestra che ha sede nel teatro e porta il suo nome, ma di fatto non lavora per esso.

Come se non bastasse, dal presidente della Fondazione Pizzarotti dipende anche il via libera alla partecipazione dell’Orchestra Regio all’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, organizzato dal ministero degli Esteri. La compagine musicale è l’unica invitata dalla Farnesina insieme alla Filarmonica della Scala a rappresentare l’Italia, ma se Pizzarotti non dovesse autorizzare l’iniziativa, l’occasione sarebbe persa. Infine, nel 2012 i professori hanno lavorato per la stagione lirica e concertistica senza percepire compenso, visto lo stato di crisi del teatro, e battono cassa per 542mila euro.

La questione l’ha affrontata Fontana: “Abbiamo chiesto un parere legale e sembra che in realtà i rapporti tra la compagine e la Fondazione non avessero tutte le caratteristiche della legalità. In ogni caso c’è disponibilità e all’ascolto nei confronti degli strumentisti, che sono una cosa diversa dall’organismo”. Un’affermazione che ha mandato su tutte le furie l’amministratore dell’Orchestra Enrico Maghenzani: “Le azioni possibili sono tante, le stiamo valutando, tra cui quelle per chiedere il pagamento del nostro credito – ha opposto – C’è in atto una convenzione rinnovata dal commissario Ciclosi e dal sindaco dipende anche il via libera al nostro ingaggio in America. Se lo impedirà, chiederemo i danni anche di questo”. Una nota stonata che potrebbe rovinare l’armonia della nuova stagione a Cinque stelle del Teatro Regio di Parma.

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