Il sindacato degli insegnanti Gilda impugna il bando del “concorsone” per oltre 11mila docenti appena indetto dal governo, e ricorre al Tar del Lazio per chiederne l’annullamento. La Federazione Gilda-Unams ha dato mandato al suo ufficio legale di iniziare l’iter che tra 60 giorni approderà nelle aule del tribunale amministrativo. Il “concorsone” ha suscitato polemiche tra gli insegnanti, per i criteri di accesso che tagliano fuori i giovani laureati, ma non rassicura neppure i precari “storici”.

Secondo il sindacato, il bando presenta numerose violazioni di legge: “L’attuale normativa fissa in 3 anni la durata delle graduatorie mentre il bando emanato da viale Trastevere la riduce a 2 anni; la legge stabilisce che l’abilitazione all’insegnamento viene assegnata attraverso il concorso mentre secondo il bando il titolo può essere acquisito soltanto da chi prende il posto in cattedra. E ancora: per la legge la prova di inglese per la scuola primaria è facoltativa ma il bando di concorso la rende obbligatoria”. 

Un bando che è stato atteso per 13 anni. E’ dal 1999 infatti che il Consiglio dei ministri non dava il via libera a un nuovo concorso per i docenti scolastici. La pubblicazione è avvenuta il 25 settembre sulla Gazzetta Ufficiale, e il concorso, indetto dal Miur prevede la copertura di 11.542 cattedre di personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria e di insegnanti di sostegno.

Qui le parti del decreto con tutti i requisiti di ammissione alle prove di selezione.

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