Tempi duri per i consumatori e di riflesso anche per i commercianti: i piccoli negozi sono in difficoltà e numerosi proprietari tentano di vendere. A Milano, la storica libreria Bocca in Galleria Vittorio Emanuele espone il cartello “svendita totale“, pur di piazzare sul mercato i propri volumi d’arte, ed è solo un esempio. I commercianti lamentano un’eccessiva pressione fiscale, l’aumento degli affitti e lo scarso traffico determinato da Area C all’inizio dell’anno (provvedimento sospeso dopo il parere del Consiglio di Stato, ma che è ripartito dal 17 settembre). Secondo Confcommercio, nei primi sei mesi del 2012 a Milano vi è stato un lieve calo (611 contro 622) nel saldo fra aziende iscritte e cessate, ma soltanto grazie agli stranieri (307 nuovi iscrizioni a fronte di 146 cessazioni). Diversa la situazione per gli operatori italiani: 476 cessazioni contro 304 iscrizioni. Fra i settori con un bilancio maggiormente negativo fra imprese iscritte e cessate ci sono: abbigliamento, ambulanti oggettistica, elettrodomestici, computer e ferramenta. Dino Abbascià, presidente Fida Confcommercio, lancia l’allarme: “I negozi sono presidi sociali e non devono scomparire. La cultura non è solo il Duomo, o il castello Sforzesco, ma anche il negozio di prossimità”  di Francesca Martelli

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