Il clima tra i partiti sull’approvazione di una nuova legge elettorale si fa sempre più caldo dopo la decisione di usare la bozza Calderoli come testo di partenza. Se il Pdl infatti nicchia e non esce ancora con una posizione unitaria, il Pd non accetta ultimatum dal senatore leghista nonché padre del Porcellum e boccia la proposta di legge. Tra gli altri partiti si registra una timida apertura dell’Idv e una bocciatura da parte dell’Udc. Ma cosa prevede la bozza? Un premio alla coalizione che ottiene almeno il 40% dei seggi (232), la scelta dei candidati sulla base di liste plurinominali brevi e con i nomi visibili sulla scheda elettorale e uno sbarramento nazionale al 5%. Il tutto calcolato con un sistema elettorale proporzionale corretto, con i resti distribuiti su base nazionale.

”Una cosa è certa, chi ci starà a voler cambiare la legge elettorale, bene. Chi non ci sarà si assumerà la responsabilità in maniera chiara”, ha detto lo stesso Calderoli: “Se il Pd vuole isolarsi – ha aggiunto – fatti loro. Domani il testo sarà presentato sotto forma di documento e i paletti che ci sono se il testo verrà adottato, non consentono poi di fare un’altra legge. La legge sarà quella”. Su questo punto però è scettico il presidente della Commissione affari costituzionali Carlo Vizzini: “E’ umanamente difficile tradurre la bozza in un articolato votabile nel giro di un pomeriggio. Per cui credo che la votazione finale sul testo – spiega Vizzini – non avverrà sicuramente nella giornata di domani”.

Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, ”il nome stesso mette qualche dubbio. Sono molto molto cauto su una proposta con quella firma”. A Calderoli risponde anche il senatore democratico Luigi Zanda: “E’ sorprendente che Calderoli lanci ultimatum al Partito democratico. Il tempo massimo per la riforma della legge elettorale è stato già ampiamente superato, ma suggerisco a Calderoli di non dimenticarsi d’essere proprio lui l’autore di quel porcellum che ha ferito la democrazia italiana e che adesso l’intero Parlamento dice di voler abrogare”. Entrando nel merito, per Zanda “una legge elettorale si può giudicare solo disponendo di un testo definito e non di una scaletta di intenti necessariamente sintetica. Il Partito democratico pone due paletti molto chiari: la necessità di garanzie per la governabilità della prossima legislatura e la restituzione agli elettori del diritto di scegliere i propri rappresentanti con collegi uninominali e non con quelle preferenze che tanti danni hanno provocato alla politica italiana”. 

Mentre l’Udc fa sapere con il suo segretario Lorenzo Cesa che la proposta di legge Calderoli “non funziona affatto”. Per quanto riguarda infine il Pdl, c’è il commento del deputato Guido Crosetto: “Ho simpatia per l’ex ministro Calderoli e molta stima per la sua capacità di lavoro, ma siccome ha un altro tipo di preparazione e poiché ha già dato una volta sull’argomento, preferirei evitasse di dilettarsi sulla riforma della legge elettorale”. Questa sera il Pdl prima sarà in riunione ‘allargata’ in via dell’Umiltà, convocata dal segretario Angelino Alfano. Poi, lo stato maggiore del Pdl si sposterà a Palazzo Grazioli per un vertice con Silvio Berlusconi, rientrato oggi a Roma. 

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