Per lui si tratta dell’unica via in grado di riavvicinare i cittadini alle istituzioni, specie dopo gli scandali che hanno travolto la giunta Polverini e la Regione Piemonte. “Bisogna premiare le amministrazioni virtuose e commissariare sul serio quelle non virtuose per rimetterle a posto”. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, è intervenuto agli Stati generali del Nord, la due giorni organizzata da Roberto Maroni a Torino per aprire al dialogo con il mondo produttivo del nord, da cui è scaturito anche il manifesto di 12 proposte che include, fra l’altro, il taglio di “un milione dipendenti pubblici delle Regioni non virtuose”. Punti che “costituiscono e costituiranno – ha detto il segretario federale – patrimonio delle azioni che la Lega intende sviluppare avendo come punto di riferimento prima il nord’’. In sala anche Umberto Bossi, che è stato accolto da applausi al suo ingresso e si è seduto in prima fila, di fianco a Roberto Calderoli e altri dirigenti leghisti.

Passera: imprese, federalismo ed euro regioneIl ministro dello Sviluppo ha risposto alle domande degli imprenditori su temi di carattere economico, dalla costituzione della euro-regione al federalismo.”L’andamento del Pil è più o meno in linea con quanto mi aspettassi”, ha detto. “Era prevedibile che il 2012 non avrebbe potuto essere un anno meglio del -2 per cento anche se qualcuno era più ottimista”, ha aggiunto. “Poi c’è stata una previsione più ottimista di quello che è successo, di come si sarebbe comportata l’Europa. Con tutte queste combinazioni non mi ha sorpreso, non è strano che siamo oltre il -2 per cento malgrado la forza forte dell’economia specie per quanto riguarda esportazioni”. Ha chiarito anche l’obiettivo dell’agenda di governo che è quello di “abbassare le tasse, partendo da quelle sul lavoro e sulle imprese”. Il segretario della Lega lo ha poi inviato a dire “al ministro Fornero di ritirare quell’obbrobrio di riforma del lavoro che irrigidisce la flessibilità in ingresso e in tempo di crisi è esattamente l’opposto di quello che deve esserci” e ha auspicato che “il prossimo decreto, invece che ‘salva-Italia’, fosse ‘salva-imprese del nord”. Per Passera, però, è necessario “supportare le imprese” italiane, ma senza “distinguo tra nord e sud”. Il ministro ha avvertito della “pericolosità” di un eventuale “allargamento delle performance” tra la parte meridionale e settentrionale del Paese. Ma ha puntualizzato che “è chiaro che qui, al nord, c’è la locomotiva del Paese”. 

Maroni ha poi più volte incalzato il ministro a esprimere un parere sulla proposta di legge di iniziativa popolare presentata dalla Lega per la costituzione di un euro-regione del Nord, sottoposta a un regime fiscale autonomo nel quale il 75 per cento dei proventi delle tasse rimangano sul territorio. “Sei d’accordo con la nostra proposta?”, ha chiesto il segretario al ministro. Ma Passera si è trincerato, spiegando che non non avrebbe potuto replicare. “Su questo non posso replicare”, si è trincerato Passera che ha poi continuato spiegando la sua visione sulla necessità di attuare il federalismo “di cui c’è bisogno”, perché “l’Italia è un Paese troppo diverso per poter fare le cose tutte al centro”. Un Paese, ha continuato, in cui il “processo decisionale si è totalmente imballato”. E federalismo per il ministro, ha spiegato sul palco di fianco a Maroni, “vuol dire che sia chiaro chi fa che cosa e il livello delle responsabilità”. 

Lega: il manifesto di 12 punti – Maroni ha poi spiegato che l’obiettivo del movimento “è diventare partito egemone in tutte le regioni del Nord’’. E ha aggiunto: “Dobbiamo fare una rivoluzione culturale e negli assetti istituzionali, nel modo in cui vengono sostenute le istanze dei territori. La rivoluzione parte dal nord. Ci sono enormi resistenze al cambiamento, noi dobbiamo rivoluzionare il sistema convincendoli o costringendoli a cambiare”. ”Sono molto soddisfatto del lavoro fatto in questi due giorni, dal confronto con gli imprenditori sono arrivate così tante idee interessanti che il manifesto, anziché di 10 proposte è fatto di 12″, ha detto il segretario federale. “E’ un tipo di lavoro nuovo per la Lega – ha spiegato il segretario del Carroccio – che adesso vogliamo replicare sentendo anche altri settori, in particolare chi si occupa di agricoltura, ambiente, alimentazione, energie rinnovabili, il rapporto con il territorio”. 

I dodici “progetti concreti per far ripartire il nord” contengono alcuni cavalli di battaglia del Carroccio e qualche novità, dal commissariamento delle banche che “non sostengono le imprese produttive del nord nell’accesso al credito” agli obiettivi ‘Burocrazia zero’ e ‘Politica a costo zero’. In primo luogo il segretario federale del movimento propone la creazione di un’Euroregione del nord, progetto per il quale la Lega ha già avanzato una proposta di iniziativa di legge popolare, che ingloba il secondo ‘progetto concreto’, ovvero l’istituzione di un sistema fiscale autonomo che trattenga “a livello regionale il 75% delle tasse pagate dai cittadini e dalle imprese”. 

Al terzo punto una proposta già anticipata ieri dal segretario: ‘No all’accanimento terapeutico sulle imprese decotte’, ovvero eliminare i sussidi alle imprese senza futuro per “incentivare l’innovazione, le esportazioni e la ricerca”. Quarto: ‘Imprese più forti nel nord’: “introdurre subito una fiscalità di vantaggio per i territori del nord, per contrastare la delocalizzazione delle imprese”. Poi ‘Per il nord solo banche vere’, per commissariare le banche che non sostengono il credito all’impresa; ‘Meno Stato, meno sprechi, più federalismo’, ovvero il taglio di un milione di dipendenti pubblici delle Regioni non virtuose, “in base al rapporto tra Pil regionale e il numero di abitanti”. Al settimo punto si propone di “azzerare la burocrazia” e pretendere il “rispetto rigoroso dei termini di pagamento da parte del pubblico”. La Lega chiede anche di “realizzare infrastrutture integrate attraverso regole semplici, tempi certi e appalti a chilometro zero, assicurando il libero accesso alle reti infrastrutturali a tutti gli operatori, dai treni alla banda larga” e di azzerare l’Irpef, nei primi tre anni di lavoro, per chi assume giovani sotto i 35 anni. 

Inoltre, allargare il ‘modello nord’ in materia di lavoro e previdenza (“passare da contratti collettivi nazionali a contratti territoriali e riformare il sistema pensionistico su base regionale”); “introdurre un nuovo sistema scolastico su base regionale collegato al mondo delle imprese che premi economicamente il merito e si basi sulla valutazione degli insegnanti anche da parte dei cittadini”. Infine, l’ultimo punto e’ ‘Politica a costo zero’ e prevede un “drastico taglio ai costi della politica” attraverso il dimezzamento dei parlamentari, la riduzione dei consiglieri regionali (con le macroregioni) e un Senato federale “a costo zero”.

Bossi: “Non sono imborghesito, ho sempre sotto la rivoltella” – Il Senatur, seduto tra i dirigenti del partito, ha risposto di avere “sempre sotto la rivoltella” a chi gli domandava se si fosse “imborghesito anche lui” nella nuova fase della Lega. A chi gli chiedeva se i militanti apprezzeranno il cambiamento avviato con i stati generali del Lingotto, Bossi ha risposto: “Sicuramente tutti avvertono che le imprese sono una chiave importante per la vita comune e, quindi, si cerca di sentire gli imprenditori”. Anche se, ha continuato, “cosa vogliono gli imprenditori lo sappiamo già: vogliono che le banche diano loro i soldi”.

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