Oltre 30 mila, secondo i sindacati, sono le persone scese in piazza per la manifestazione nazionale organizzata da Cgil e Uil  nello sciopero generale dei servizi pubblici contro i tagli e gli esuberi previsti dalla spending review. Lo slogan della protesta è “Basta colpire i più deboli. Abbiamo già dato!”. “Chiediamo che il governo – ha detto il segretario della Uil, Luigi Angeletti, durante il corteo – tratti i lavoratori del pubblico impiego come tutti gli altri. Quando c’è una riorganizzazione del settore si deve fare un piano industriale e invece – ha aggiunto Angeletti – il governo taglia solo per trovare soldi, chiama i sindacati come se fossero una badante e si sa che della badante ha bisogno chi non è capace”.

Altrettanto duro il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “Questo paese continuerà ad avvitarsi nella crisi con la logica dei tagli e il primo fondamentale problema è che oggi si segue la logica dei tagli lineari senza attenzione ai servizi pubblici. In una stagione così difficile – ha proseguito la Camusso – non siamo di fronte ad una operazione di risparmi e di una riforma vera dalla pubblica amministrazione, ma – ha aggiunto – per l’ennesima volta siamo di fronte a tagli lineari che determinano molte conseguenze anche sui servizi e sui cittadini”. Infine la Camusso di fronte all’apertura di un tavolo sulla Pubblica Ammnistrazione ha commentato dal palco che “noi non scapperemo, noi al tavolo sulla pubblica amministrazione ci saremo”. E sull’ipotesi del secondo mandato del presidente del Consiglio, Mario Monti : “‘Sarebbe un messaggio di rassegnazione, non una prospettiva di cambiamento. Noi abbiamo bisogno di cambiamento”.

Allo sciopero generale del pubblico impiego non ha partecipato la Cisl di Raffaele Bonanni, che ha polemizzato con le altre sigle sindacali: “Finché c’è un tavolo di confronto aperto al ministero noi trattiamo mentre altri hanno proclamato la protesta già da due mesi e mezzo e questo sciopero non si propone alcun obiettivo. Non vedo alcun nesso – ha aggiunto – tra l’esigenza di riorganizzare il pubblico impiego e la protesta sterile”. Sul versante dell’impatto che  il corteo ha avuto sulla Capitale, si segnalano forti disagi alla circolazione nel centro di Roma, attorno a piazza Santissimi Apostoli, termine del percorso. In particolare il traffico è in tilt con notevoli rallentamenti, con numerose linee di autobus deviate, specie nei paragi di Piazza Venezia, Colosseo e Lungotevere.

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