Al camioncino della Fiom hanno tolto la fiancata e la cassa che amplifica il microfono, con il frastuono delle auto che passano sulla provinciale, non regge all’ascolto che per pochi metri. Antonio Di Pietro fa sosta a Bologna e sceglie i cancelli della BredaMenarinibus, prima periferia della città, per tessere più stretto il rapporto tra l’Italia dei Valori e il mondo operaio.

Proprio qui dove i cassaintegrati sono 280 da almeno un anno e senza un futuro concreto dietro l’angolo. BredaMenarini, in orbita Finmeccanica, costruisce bus, come del resto Iribus ad Avellino, con gli stessi problemi di “razionalizzazione” delle risorse operaie, come sostiene Bruno Papignani, segretario generale Fiom Bologna: “BredaMenarini è in mobilitazione da tempo e Finmeccanica vuole dismetterla. Gli operai non sanno nulla del loro futuro e il governo non ci risponde. Accogliamo quindi l’onorevole Di Pietro e la sua richiesta in Parlamento per far aprire  al ministro Passera un tavolo di trattativa sulle sorti di questa azienda”.

 

“Sono orgoglioso di poter fare un tratto di strada insieme a un sindacato che ha tenuto la schiena dritta e con degli operai che non hanno voluto abbassare la testa ai cosiddetti padroni”, spiega dal palchetto Di Pietro parlando a braccio dopo i delegati Fiom e di fronte a un centinaio di operai, “e non lo faccio per scelta ideologica, ma per una questione pratica: voi di fronte ai raggiri di Berlusconi e ora di Monti non avete piegato la schiena”.

Le affinità elettive tra Di Pietro e gli operai in cassa integrazione è una topica della politica postideologica di grande importanza socioculturale: “Sul piano del lavoro il governo Monti e quello di Berlusconi sono identici. Per questo l’Idv è qui davanti a questi cancelli: l’imperativo è eliminare la riforma Fornero che ha creato solo danni per i lavoratori. Guanto di sfida lanciato ad un Pd sempre più lontano dalle fabbriche e dagli operai: “Poi mi dicono che faccio sempre polemiche contro il Partito Democratico, ma gli errori non li compie solo Monti. Guardata in Emilia Romagna, tra Provincia e Comune di Bologna, il Pd non fa nulla per aiutare i lavoratori: i filobus se li va a comprare in Francia”

“Blowjob is better that no job”, c’è scritto su una t-shirt di un dipendente BredaMenarini che ascolta Di Pietro con attenzione: “Gli operai sono stati bistrattati da due scelte infauste del governo Monti: l’abrogazione del contratto collettivo di lavoro e il non reintegro dei licenziati. Ma la classe operaia non è l’impiccio del mancato sviluppo economico come ci raccontano Marchionne e soci: la colpa è della corruzione che in Italia ancora non è stata debellata e di un governo voluto dalle banche europee e non dai cittadini”.

Proprio per questo un Monti-bis è ricacciato al mittente con sdegno: “Ma che c’azzecca? Solo nelle dittature si governa un paese senza chiedere il parere a chi viene governato: che Monti si candidi alle elezioni”.

Infine, pur coniato dallo stesso Di Pietro anni fa, una traccia di “cerchiobottismo” per le future alleanze elettorali: “L’impegno dell’Idv, ribadito a Vasto, è di ricostruire anche con il Pd un’alleanza di governo. Poi con chi vincerà le primarie del centrosinistra dico di confrontarci sui programmi alternativi alle politiche di Monti, a partire dalle loro riforme sul lavoro”. E se Renzi vincesse le primarie?: “Ma Monti e Renzi secondo voi sono diversi?”

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