Claudio Fava rinuncia alla corsa alla presidenza della Regione. Al suo posto l’europarlamentare ha scelto di presentare la candidatura di Giovanna Marano, una dirigente della Fiom, a lungo in prima linea per la vicenda Termini Imerese. Una decisione presa insieme al resto della coalizione che lo sostiene: Sinistra Ecologia e Libertà (il partito di Fava), Italia dei Valori, Verdi e Federazione della Sinistra. Una scelta obbligata: Fava ha infatti acquisito la residenza in Sicilia oltre il termine consentito dalla legge e ha dovuto rinunciare alla corsa elettorale che si concluderà con la tornata elettorale in programma per il 28 ottobre.

La scelta della leader siciliana della Fiom è arrivata dopo una nottata a dir poco convulsa per la coalizione di sinistra. Il vertice d’urgenza è terminato poco prima delle sei dopo essere iniziato ieri sera nella sede regionale dell’Italia dei Valori a Palermo. Un incontro serrato al quale hanno partecipato i segretari regionali di Idv, Rifondazione, Comunisti Italiani, Sel e Verdi per discutere di quello che da rischio di esclusione si è trasformato con il passare delle ore in ritiro vero e proprio.

Fava: “La scelta di Marano per tutelare il lavoro e i diritti sociali”
“La scelta di Giovanna, dirigente del movimento sindacale, protagonista delle più importanti vertenze operaie in Sicilia – ha commentato Fava – raccoglie la sfida sul lavoro e sui diritti sociali che sono al centro del nostro programma di governo”. Fava ha aggiunto: ”Ho deciso di accompagnare Giovanna Marano da candidato vicepresidente sottraendo la mia candidatura alla Presidenza al rischio di un già preannunciato rigetto e sulla base di una considerazione politica ispirata al massimo senso di responsabilità verso la coalizione e gli elettori siciliani”.

“Il tentativo di estrometterci da questa sfida – ha sottolineato Fava – appellandosi a norme palesemente anticostituzionali e a presunti vizi di forma, non può ostacolare il progetto di ‘Libera Sicilia’. Resto in campo accanto a Giovanna Marano, una donna che possiede qualità morali e una storia personale che garantiscono sul modo in cui saprà battersi in questa importante sfida”.

La sindacalista in prima linea a Termini Imerese
Giovanna Marano, 53 anni, è una sindacalista di lungo corso, da 25 anni in prima linea nelle lotte sindacali. Componente della segreteria nazionale della Fiom, il 6 luglio è stata eletta presidente del comitato centrale della Fiom, i metalmeccanici della Cgil. In Sicilia ha guidato la Fiom seguendo le più importanti vertenze sindacali dalla Fiat di Termini Imerese alla St Microelectronics, fino al polo meccanico di Siracusa. 

L’iscrizione tardiva nel Comune di residenza
La “tegola” era arrivata ieri pomeriggio con la notizia dell’iscrizione tardiva nel Comune di residenza del candidato a Isnello (Palermo). La legge prevede che il candidato debba essere regolarmente residente in un comune siciliano almeno 45 giorni prima dal giorno delle elezioni. Invece Fava ha chiesto il cambio di residenza soltanto il 18 settembre scorso, cioè cinque giorni dopo la scadenza. In nottata i segretari di Idv Fabio Giambrone, di Sel Erasmo Palazzotto, dei Verdi Carmelo Sardegna, di Rifondazione comunista Antonio Marotta, alla presenza di Fava e di Leoluca Orlando, portavoce Idv e sindaco di Palermo, hanno discusso a lungo su una soluzione da trovare.

In un primo momento la soluzione prospettata per tenere unita la coalizione sarebbe stato un “ticket” proprio con Fava e Giambrone, vicecapogruppo del partito al Senato. Per essere vicepresidente della Regione non è infatti necessario avere i requisiti previsti dalla legge sulla residenza in Sicilia. I vertici dei partiti si sono poi riuniti di nuovo in mattinata e hanno definito la candidatura (il punto di caduta è stato la Marano, per l’appunto) per poterla presentare entro domani pomeriggio, quando scade il termine per la presentazione delle liste e delle candidature alla Presidenza della Regione.

“Decisivo” il no della Borsellino
La scelta è arrivata dopo il no di Rita Borsellino. L’eurodeputato Pd ha rifiutato l’invito rivolto le questa mattina da Fava costretto a ritirarsi dalla corsa per un cavillo burocratico. La telefonata in cui la Borsellino non accetta di candidarsi è arrivata pochi minuti fa, come una doccia gelata, nella sede dell’Idv dove è in corso, da ieri sera, un vertice con i partiti della coalizione che appoggia Fava. A quel punto Idv, Sel, Verdi e Federazione della sinistra sono stati costretti a trovare, nel giro di poche ore, una alternativa a Borsellino. Dai partiti è cresciuto il pressing sul senatore Fabio Giambrone che, però, evidentemente ha “nicchiato”.

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