Classi pollaio, nelle scuole ormai è una piaga. Classi fino a 40 alunni, in aule predisposte per accoglierne non più di 25. Una situazione di totale illegittimità. E’ uno dei tanti effetti della “razionalizzazione” dell’ex ministro Maria Stella Gelmini a cui insegnanti e genitori hanno invano cercato di opporsi. Ricorda il sindacalista della Cgil Scuola Pippo Frisone: “Dopo la deroga per il 2009/10 sulla formazione delle classi ancora coi vecchi parametri, prima il Tar del Lazio, con sentenza n.552/11 e successivamente il Consiglio di Stato che accoglieva per la prima volta una class action intentata dal Codacons contro una pubblica Amministrazione, davano torto all’ex ministro Gelmini. Ora quell’aumento senza un intervento di programmazione dell’edilizia scolastica diventa un rischio e un vero e proprio pericolo per la sicurezza degli allievi e degli insegnanti”.

Del resto imponendo i meccanismi che hanno portato a questa situazione, la stessa Gelmini, rendendosi conto dei guai a cui sarebbe andata incontro, si era impegnata a mettere a disposizione fondi per l’edilizia scolastica, in modo da sanare almeno le situazioni più incresciose. In realtà la situazione della scuole per quanto riguarda la sicurezza è rimasta pressoché inalterata. Ossia è drammatica. “E mentre si aumentavano gli alunni per classe – continua Frisone – rimanevano inalterati tutti i vincoli in materia di norme tecniche di edilizia scolastica, Decreto ministeriale del 18.12.75 e la normativa antincendio di cui al decreto del ministero degli Interni del 26.8.92. Sia l’uno che l’altro decreto convergono sul mantenimento del numero di 25 alunni per classe come norma generale, cui deve fare riscontro, nell’obbligo mq.1,80 di spazio minimo per allievo e mq.1,96 nella secondaria superiore. Eventuali deroghe devono essere certificate anche in via provvisoria dai vigili del fuoco”.

Quante classi pollaio attualmente attive hanno ottenuto la deroga necessaria per legge? Un gioco perverso regge la situazione: i presidi non chiedono nulla e i vigili del fuoco fanno finta di nulla. Fa eccezione il noto caso di Campobasso dove il sindaco ha rinviato l’apertura delle scuole “perché non vuole andare in galera”. Domani è previsto un incontro al ministero degli interni per trovare una via d’uscita. Si arriverà al solito compromesso. E poi si vuole educare gli studenti alla legalità, al rispetto delle regole. Ma i primi a non rispettare le regole sono proprio i “gestori! della scuola italiana.

Articolo Precedente

La scuola a 5 anni accorcia la vita

next
Articolo Successivo

Altro che rivoluzione digitale, la scuola ha bisogno di sicurezza

next