Non è stata certo un’accoglienza amichevole quella riservata a Rosy Bindi. Ospite d’onore della serata conclusiva della festa del Pd di Bologna, la presidente dei democratici è stata subito accolta da un lancio di chicchi di riso e brillantini. Impossibile fraintendere il messaggio. I “vergogna” dei militanti del movimento gay bolognese si sono accompagnati a sarcastici “Buon matrimonio Rosy”. Una contestazione, quella dei militanti per i diritti gay, che era annunciata ma che nessuno si aspettava così decisa. Bindi ha reagito prima allontanandosi verso il ristotante della festa del Pd, dove ha incassato fragorosi applausi dai volontari del partito, poi sollecitata dai giornalisti ha dichiarato che “contestazioni del genere sono controproducenti. Ma io – ha concluso con un’alzata di spalle – sopporto tutto. Mi hanno accolto con un carnevale. Ho provato l’ebbrezza del matrimonio, io che non sono mai stata sposata”, ha detto.

Poi il rientro scortata dalla Digos verso l’area dibattiti, dove i militanti del movimento gay stavano distribuendo 2mila volantini dal titolo “Tutte le bugie di Rosy Bindi”. Il volantino firmato da Arcigay Il Cassero, Arcilesbica Bologna, Famiglie Arcobaleno, Agedosi articola in otto punti e contesta il fermo “no” sempre espresso da Bindi sul tema matrimoni gay. Secondo il volantino di Arcigay la Costituzione non impedisce la possibilità del matrimonio omosessuale. “Se l’onorevole Bindi – spiega l’associazione – vuole tirare in ballo la Costituzione, parta leggendo bene l’art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge”. Per il matrimonio tra persone dello stesso sesso, conclude il volantino, “non è necessario cambiare la Costituzione, la verità è che basterebbe applicarla”. “Bindi dice che sopporta tutto, anche le contestazioni? – si è chiesto ironicamente Emiliano Zaino, presidente del circolo arcigay bolognese “il Cassero” – Pensi a noi che siamo senza diritti. Pensi a tutto quello che stiamo sopportando da anni e anni. E’ ora di passare ai fatti, basta con le promesse”. Tra i contestatori anche molti tesserati Pd che hanno chiesto a gran voce a Bindi di “ascoltare il partito”. A chi le chiedeva spiegazioni chiare in merito al “no” espresso per i matrimoni tra omosessuali, Bindi ha risposto: “A questo punto questa domanda va rivolta al segretario del partito perché la posizione sulle unioni civili è stata espressa con molta chiarezza dal segretario che ha recepito la decisione di una assemblea che, a sua volta, ha votato un documento. Le mie opinioni – ha concluso – sono personali”.

Poi l’intervista, condotta da Corrado Mineo, di fronte ad una platea di elettori democratici di mezza età. “Se il Pd vince le elezioni – ha spiegato la presidente dei democratici – ci impegneremo a dare riconoscimento alle unioni civili omosessuali. Attorno a questa posizione c’è tutto il partito, andare oltre potrebbe significare una spaccatura interna. Credo che la gradualità nei diritti sia quasi un obbligo, capisco le posizioni differenti, ma in un paese arretrato come il nostro questo sarà un primo passo importante. Portiamolo a casa questo risultato perché non è così scontato”, ha precisato Bindi ricordando come per fare delle leggi “servono maggioranze solide in parlamento. L’ultima volta che ci abbiamo provato coi Dico non è andata bene. Non compromettiamo il risultato inviduando avversari che non sono tali”.

Infine alcune considerazioni su Berlusconi. “Dicono che tornerà? Posso solo dire che tutti coloro che accreditano il teorema per cui Pd e Pdl sono uguali, bene queste persone aiutano il Cavaliere a tornare in campo”. Un riferimento nemmeno troppo velato a Beppe Grillo e a Di Pietro. Quando la discussione passa alla trattativa Stato – mafia Bindi si mostra dubbiosa sulla possibilità del governo di costituirsi parte civile. “Ne discuteremo, prenderemo assieme una decisione. Al Pd interessa il massimo della chiarezza, non difendiamo nessuno se non le istituzioni e il loro ruolo. Bisognerebbe però prima accertare cos’è successo realmente, e poi discuterne. Perché per ora io vedo solo un clima di delegittimazione verso Napolitano”.

Sollecitata a dire come la pensa su Matteo Renzi, che secondo Berlusconi potrebbe aiutare i comunisti del Pd a diventare socialdemocratici, Bindi risponde così: “Io non sono né comunista né socialdemocratica. Sono democratica e basta. La mia ambizione è quella di superare anche le arretratezze della socialdemocrazia, che sul tema dell’Europa ad esempio non è stata in grado di fare abbastanza. Detto questo se Berlusconi fa battute del genere su Renzi, allora questo è un problema di Renzi. Temo che la possibile contrapposizione tra Renzi e Bersani possa indebolire il partito alle elezioni”.

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