Ventata di ottimismo della Uil sulla seconda rata dell’Imu che, avvicinandosi alla scadenza, è da giorni al centro di una girandola di calcoli e ipotesi di valutazioni. Secondo le stime del Servizio Politiche Territoriali del sindacato di Luigi Angeletti, sui 104 comuni capoluogo di provincia, la “stangatina” autunnale dell’Imu peserà mediamente 44 euro con punte di 154 euro a Roma; 142 euro a Milano; 136 euro a Bologna; 110 euro a Rimini; 107 euro a Verona. Cifre decisamente inferiori a quelle stimate la settimana scorsa dalla Cgia Mestre che ha stilato una classifica delle città più care, mettendo in testa Bologna con 293 euro, a seguire Milano (269) e Genova (227)

Il conto più salato, per la Uil, arriverà invece con il saldo a dicembre: mentre gli acconti di giugno e settembre sono calcolati con le aliquote base (4 per mille per la prima casa e 7,6 per mille per la seconda casa), il conguaglio sarà effettuato con le aliquote deliberate dai singoli Comuni che possono aumentarle o diminuirle del 2 per mille sulla prima casa e del 3 per mille sugli altri immobili. Infatti dal monitoraggio, spiega il segretario confederale Guglielmo Loy, sui Comuni capoluogo (85 città su 104 hanno deliberato le aliquote), emerge che, i sindaci pur cercando di limitare gli aumenti del prelievo sulla prima casa, ritoccano verso l’alto l’aliquota degli altri immobili puntando in moltissimi casi su quella massima (10,6 per mille).

Ad oggi, tra le città, che hanno deliberato le aliquote, 34 hanno aumentato quella per la prima casa, mentre 79 hanno ritoccato all’insù quella per gli altri immobili. E così a dicembre mediamente per una prima casa, agli acconti di giugno e settembre (88 euro), se ne dovranno aggiungere altri 58 euro, con punte di 331 euro a Roma; 143 euro a Milano; 136 euro a Bologna; 194 euro a Rimini; 107 euro a Padova e Verona. Il conguaglio diventa ancora più pesante per le seconde case: l’Imu passa da un acconto medio di 321 euro a un saldo di 467 euro, con punte di 1.209 euro a Roma, 1.150 euro a Milano, 1.121 euro a Bologna, 915 euro a Firenze, 903 euro a Rimini; 763 euro a Latina. Complessivamente l’Imu peserà per il 2012 sulle famiglie 934 euro medi (146 euro medi per la prima casa e 788 euro per una seconda casa).

L’aliquota media applicata sull’abitazione principale sarà – per la Uil – del 4,37 per mille, con un aumento del 9,3% sull’aliquota base. Delle 34 città che hanno ritoccato verso l’alto le aliquote, 6 hanno scelto l’aliquota massima, 6 per mille (Alessandria, Caserta, Catania, Parma, Rieti e Rovigo). Mentre altre città come Torino hanno optato per il 5,75 per mille; Roma, Cagliari, Genova, Napoli per il 5 per mille; Palermo e Ancona per il 4,8 per mille, 43 città hanno mantenuto l’aliquota di base al 4 per mille tra cui Milano, Aosta, Trento, Bologna, e Firenze. Soltanto 8 città hanno scelto di abbassare l’aliquota di base (Mantova e Lecce 3 per mille; Biella 3,7 per mille; Siracusa 3,5 per mille; Biella il 3,7 per mille; Novara, Nuoro e Vercelli 3,8 per mille; Trieste 3,9 per mille).

A Roma, l’Imu sulla prima casa peserà per il 2012 mediamente 639 euro; a Milano peserà mediamente 427 euro; a Rimini 414 euro; a Bologna 409 euro; a Torino 323 euro; a Verona e Padova 321 euro; a Napoli e Pavia 303 euro; a Genova 295 euro. L’aliquota media applicata sull’abitazione secondaria sarà del 9,28 per mille, con un aumento del 22,1% sull’aliquota base. Delle città che hanno ritoccato in alto l’aliquota delle seconde case 31 città applicano quella massima del 10,6 per mille (Roma, Bologna, Milano, Napoli, Perugia, Ancona, Venezia, Perugia, Bari, Genova); mentre in altre città si va dal 7,83 per mille di Trento, passando per il 9,6 per mille di Aosta, Cagliari e Palermo, al 9,7 per mille di Trieste e al 9,9 per mille di Firenze. Soltanto 6 Città hanno mantenuto l’aliquota base del 7,6 per mille (Bolzano, Brindisi, Gorizia, Matera, Oristano e Pordenone). Per una seconda casa – secondo l’indagine Uil – l’Imu peserà mediamente 1.885 euro a Roma; a Milano 1.793 euro; a Bologna 1.747 euro; a Firenze 1.426 euro; a Rimini 1.408 euro; a Padova 1.249 euro; a Latina 1.190 euro; a Verona 1.184 euro; a Napoli 1.173 euro; a Siena 1.161 euro.

“A questi costi nei prossimi mesi si aggiungeranno – conclude Loy – una pioggia di aumenti del fisco locale, dovuti allo sblocco delle addizionali Irpef e alla Tarsu, che renderanno ancora più sterile il potere di acquisto delle buste paga e dei cedolini di pensione”. 

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