E così il mio grande viaggio ha avuto inizio. Sono a Torino, nella notte tra mercoledì e giovedì, e mi trovo a poter scrivere (su tastiera) le prime parole dopo tre giorni. L’impatto con questa Italia che cambia (o meglio con il Piemonte che cambia) è stato subito potentissimo.

In 72 ore sono andato e venuto dal cuneese, passando per Ivrea, Rivalta, Torino. Domani di nuovi Ivrea, dopodomani Val di Susa, nel weekend ancora cuneese. Tanti incontri, tante esperienze diversissime, ma tutte incredibilmente intense. E tante nuove storie, non messe in programma, che si accalcano nella mia agenda, nei miei pensieri, nel mio cuore. Sarà difficile, tra un’intervista e una passeggiata, tra una ripresa e qualche ora di guida, tra la stanchezza che mi assale la sera e l’entusiasmo la mattina, trovare il tempo per aggiornare i blog, scrivere pagine del libro, rispondere alle tante mail e commenti su Facebook.

Sarà difficile, ma ce la dovrò fare, anzi ce la farò! Per non smentirmi subito, comincio ora. E lo faccio condividendo con voi le prime parole d’ordine di questo viaggio: fiducia e responsabilità. Oggi, infatti, ho incontrato i cittadini e gli amministratori del Comune di Rivalta (una cittadina di quasi 20.000 abitanti, alle porte di Torino e ai piedi della Val di Susa). La loro straordinaria esperienza ve la racconterò con calma un’altra volta, ma un concetto chiave mi è stato ripetuto più volte: “per i cittadini di questo paese”, hanno affermato amministratori e volontari, “il vero dramma si è concretizzato nell’accettazione della sfiducia nell’altro, come stato naturale. Il nostro primo obiettivo, la nostra grande sfida, è stata e sarà quella di rinnovare nei cuori delle persone la fiducia nel prossimo e negli amministratori che da quelle stesse persone dipendono”.

Il Sindaco Mauro Marinari e gli altri consiglieri e rappresentanti della lista “Rivalta Sostenibile” mi hanno raccontato molte delle loro iniziative e dei loro obiettivi. Ma quello che più mi ha colpito è stata la straordinarietà nella gestione dell’ordinario. Proprio questa, infatti, pare essersi persa insieme alla fiducia nel prossimo, negli ultimi decenni. Ed ecco che la cura di un campanile, il ripristino di un vecchio mulino, l’ascolto delle esigenze delle persone, solo apparentemente banali, può ridare significato alla parola “amministratore” e può spingere molti cittadini ad essere responsabilizzati nella cura del proprio territorio.

Poche ore dopo mi trovavo a Torino, presso il Centro Studi Sereno Regis, e ascoltavo Michelangelo Pistoletto, uno dei più grandi artisti italiani al mondo, spiegare come per uscire da questa crisi economica, sociale e spirituale sia necessario ripartire dalla fiducia nel prossimo. Proprio per questo, Pistoletto con il comitato che si è formalizzato oggi davanti ai miei occhi, sta organizzando una catena umana di 50.000 persone che il 21 dicembre 2012 dovrà unire Torino con la Val di Susa. Il progetto, ovviamente, non poteva che che essere nominato SUSA, Sentiero Umano di Solidarietà Artistica e Ambientale. L’obiettivo degli organizzatori? Risvegliare la fiducia nel prossimo e responsabilizzare il singolo cittadino, parte del tutto e proprio per questo elemento fondante e fondamentale del territorio in cui vive.

Ora si è fatto davvero tardi e devo andare a dormire. Ma non dimenticate: volete scoprire l’altra Italia? Venite con me. Il sito del progetto: www.italiachecambia.orgAl termine del viaggio realizzerò un libro e un documentario che racchiuderanno questa esperienza.

Articolo Precedente

Giornata di ordinaria follia di un ‘manager non profit’

next
Articolo Successivo

Cambiare gli ospedali? Ospitalità è la parola magica

next