In Olanda si profila una vittoria netta per i due maggiori partiti in gara, entrambi europeisti.  Il partito dell’ex premier Rutte è accreditato in prima battuta di 41 seggi (ne aveva 31), mentre i laburisti del PvdA salgono a 40 (ne avevano 30). Insieme i due partiti contano quindi 81 seggi (sui 150 della Camera olandese) e – seppure divisi da elementi programmatici – possono sulla carta dar vita a una maggioranza di govero filo-Ue. E’ crollato invece il partito della destra euroscettica di Geert Wilders (Pvv) che, secondo le prime proiezioni avrebbe ottenuto 13 seggi, 11 in meno rispetto alle precedenti elezioni.  Mentre i socialisti avrebbero confermato i 15 seggi ottenuti due anni fa.

Perdono, come preventivato, gli alleati storici dei liberali, i cristiano-democratici (da 21 a 13 seggi), penalizzati dalla loro precedente alleanza con Wilders. Quest’ultimo, che in aprile aveva fatto cadere il governo nella speranza di cavalcare un’ondata antieuropeista (che non c’è stata) appare ormai del tutto marginalizzato. Allo stato attuale quindi, appare evidente una grande alleanza tra i due partiti vincenti, con l’incognita dell’eventuale appoggio di una terza forza. Rutte e il leader laburista Diederik Samson, seppur con programmi differenti, potrebbero scegliere di governare il Paese con il partito democratico centrista di Alexander Pechtold

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