Era stato descritto come un padre “premuroso, apprensivo, atterrito al pensiero che possano venirgli tolte le figliolette di soli tre mesi”. Perfino a Mediaset, quando è stato intervistato da Barbara D’Urso, ci avevano creduto. E’ invece stato arrestato nel pomeriggio Stefano, padre delle due piccole che nei giorni scorsi sono state trovate a vivere in macchina con la moglie, tra lo Stradone Farnese e la stazione. Per lui le accuse sono gravissime. Le manette sono scattate, da parte dei carabinieri della Compagnia di Piacenza, per rapina aggravata ed estorsione.

Ne avrebbe infatti commesse almeno sei, insieme ad altri due complici, anch’essi arrestati. Spacciandosi come carabinieri, con tanto di lampeggiante finto e paletta, fermavano le auto dei passanti o le prostitute sulla Caorsana – nella zona industriale –  e, puntando le pistole, si facevano consegnare i soldi.

Aveva commosso, all’inizio di settembre, la vicenda scoperta dalla sezione Minori della Questura, insieme al servizio tutela minori dei servizi sociali del Comune, per la quale venne subito trovata una soluzione, collocando la mamma e le piccine, che godevano di buona salute, in una struttura protetta. Il padre, 30enne, parallelamente iniziò a fare il giro dei giornali e delle tv (arrivando persino alla trasmissione “Pomeriggio5” condotta da Barbara D’Urso) per raccontare la loro storia di disoccupazione e disagio, ma soprattutto per cercare un lavoro: “Ho bussato a tante porte, sono un elettricista qualificato”.

E invece Stefano, padre di Sara e Sofia, da tempo aveva messo in piedi una vera e propria organizzazione dedita alle rapine alle lucciole e ai loro clienti.

Un precedente gli venne ricordato anche dalla stessa D’Urso, quando scoppiò in lacrime nella diretta televisiva: “hai avuto un problema con la giustizia, commesso cinque anni fa?”. “Ho pagato – rispose -, ora sono pulito” e lo confermò anche il vice-questore di Piacenza.

In questi giorni la storia delle due gemelline aveva fatto il giro d’Italia, infatti sono stati in tanti, non solo nel capoluogo emiliano, ad adoperarsi per cercare di dare una mano alla coppia, originaria di Torino ma era stata vista vivere nella vecchia Fiat Palio station wagon. In città si era impegnata la Ronda della Carità, che ha permesso finora un pasto caldo e un alloggio alla moglie e alle bambine. Non solo, visto che molti privati cittadini avevano iniziato ad inviare vestiti o generi alimentari, toccati dalla triste storia.

Stefano e i complici, pregiudicati, ora sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta dal sostituto procuratore di Piacenza, Emilio Pisante dopo che i carabinieri si sono accorti che, per tirare a campare, utilizzava la Fiat Palio, dove erano state trovate le gemelline e la moglie, per le scorribande notturne.  

Il personaggio da libro Cuore, attanagliato dal triste destino di non trovare un lavoro, si è così scoperto essere un rapinatore seriale e senza tanti scrupoli. Nella perquisizione nel covo della banda, in via Abbondanza, i carabinieri hanno trovato nel passeggino delle due neonate, in mezzo ai pannolini, le pistole utilizzate per le rapine. Sono risultate finte, anche se perfette riproduzioni delle Beretta calibro nove in dotazione alle forze dell’ordine. Finte come il buon padre di famiglia, che ora avrà il suo bel da fare per giustificarsi delle accuse a suo carico. 

Articolo Precedente

Terremoto, rinascono due ospedali con i soldi del Concerto per l’Emilia

next
Articolo Successivo

Arcigay, lotta fratricida per il nuovo presidente. E il Cassero medita la rottura

next