Lui editor precario deciso ad abbandonare una professione spesso senza sicurezze e pagata male, lei insegnante di italiano con in testa la Francia. La fuga dei cervelli riguarda anche Bologna, città universitaria per eccellenza e da sempre potente calamita per le professioni cosiddette intellettuali. E così Roberto e Maria Grazia hanno deciso di andarsene all’estero e di documentare in un blog il loro viaggio. “Qualche mese fa è arrivata l’occasione, cercata, di un lavoro in Francia. Abbiamo deciso di andare a viverla”, spiegano su emigriamoinbicicletta.wordpress.com , per poi annunciare un viaggio su due ruote fino in Provenza, dove Maria Grazia ha trovato lavoro come assistente di italiano in un liceo nella campagna di Avignone. “Ci staremo finché riusciremo a lavorare, nel caso ripartiremo in bici verso una nuova destinazione”. Ovviamente sempre sulla  loro vélo, come chiamano i francesi la bicicletta. E possibilmente senza tornare in Italia. “Francia o resto d’Europa, dipenderà da come andrà il lavoro. Vogliamo viaggiare”.

Per intanto da questa mattina li aspetta un viaggio di 11 giorni, otto tappe e tre giornate di riposo in mezzo, da Bologna ad Avignone, ospitalità notturna presso amici e  couchsurfers. Ottocento chilometri di pedalate per abbandonare un paese che a loro, evidentemente, non ha offerto abbastanza.  “La premessa sulla precarietà e la situazione dell’Italia l’abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, quindi possiamo saltarla a piè pari”, scrivono sul web. A farsi raccontare qualcosa in più si scopre una vita da libero professionista fatta di soddisfazioni, certo, ma anche di molti clienti che non pagano, o se va bene pagano tardi. “Il lavoro in Italia è faticoso e frustrante – spiega Roberto, 34 anni e una partita Iva aperta nel 2008 -. Per riuscire a portarsi a casa un po’ di lavoro c’è da faticare molto e spesso si rimane con davvero poco in mano. Mi è capitato di inseguire i clienti per farmi pagare. E’ vero, in certi momenti si riesce a mettere assieme più collaborazioni, ma è difficile pensare a una vita del genere in una prospettiva stabile e di crescita”.

La svolta è arrivata con un concorso vinto da Maria Grazia, laureata a marzo con una tesi sulla donna e la bicicletta e ora assunta per sette mesi come assistente di italiano ad Avignone. “Una bella opportunità, sopratutto un contratto stabile che ci aiuta a fare progetti”. Roberto invece si porterà dietro il proprio lavoro di editor, “anche se nell’ultimo anno – spiega – molti grossi clienti sono spariti”.

E allora il viaggio, lento, ecologico e sui pedali. “Sul blog racconteremo le tappe della nostra pedalata di 10 giorni, e tenteremo anche di avviare un discorso pubblico legato al tema della precarietà e dell’andarsi a cercare un’opportunità fuori dall’Italia”. In prospettiva un sogno: lanciarsi nel settore della ciclomobilità. “Diciamo che qualcosa di meccanica ne capisco e le mani aggiustando bici me le sono già sporcate, poi stiamo pensando a un progetto imprenditoriale che riguarderà servizi di interscambio per ciclisti urbani. In Italia, diciamocelo, le possibilità di avviare qualcosa del genere sono davvero poche ”.

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