Anna Dello Russo sa fare il suo mestiere, senza dubbio. Ex fashion editor di Vogue Japan, quotatissima consulente di moda, in questi giorni protagonista delle pagine di costume dei quotidiani di mezzo mondo, la Dello Russo sa esattamente che il cattivo gusto, oggi, vende bene.

Il trash piace, l’eccesso conquista, l’esagerazione ammalia.

Lady Gaga, al di là del valore reale della sua produzione musicale, è una rappresentazione dell’eccesso praticamente perfetta (Miss Ciccone ha insegnato bene): la gente ama il cattivo gusto portato all’esasperazione, i dettagli trash che lei introduce con disinvoltura, i suoi look iperbolici, visti come una forma di creatività, o di provocazione.

L’esagerazione, in fatto d’immagine, vende milioni di copie.

Anna dello Russo questo deve saperlo bene. Sa che la sua eccentricità tinta di trash è ormai il suo “marchio di fabbrica”, un segno distintivo grazie al quale può provare a diventare “mainstream”: famosa per tutti. Per questo, Anna esce di casa vestita come se ad aspettarla ci fossero quei satana della Ryanair, e dovesse indossare tutti insieme i capi del suo guardaroba, per non pagare millemila euro di bagaglio extra. Lei, che manco per disgrazia salirebbe in un volo Ryanair.

Quando il colosso svedese H&M ha chiamato Anna dello Russo per disegnare la nuova collezione in edizione limitata, si è creato un “match” micidiale: H&M, da un lato, consapevole del successo che “lo stile eccessivo” ha nel mercato attuale e miss Dello Russo, che di questa consapevolezza ha fatto un mestiere, dall’altro. Da qui, passando per Radio Deejay, arrivare al video promozionale della collezione è stato un attimo.

Niente di nuovo sotto il sole. Gente che fa il proprio mestiere, cavalcando l’onda dei trend di mercato. Poi, magari la signora Dello Russo ama questo stile caricaturale e le piace davvero la sensazione dell’alluce a rischio cancrena. Chissà, forse esce davvero indossando solo il cappotto. Paura, eh?

Certo, di vederla rimbalzare da un punto all’altro della rete, mentre canta col suo inglese da gag (la “sciaua” pare un piatto pugliese), si dimena alla “bell’è meglio”, e da vita a una baracconata senza pietà, si poteva fare a meno. Ma si poteva anche fare a meno di Pio il Pulcino. E di un mucchio di altre cose.

Mi fa sorridere pensare che Anna dello Russo, mentre si fa la sua “fescio sciaua”, piglia un pochino per il culo chi si mette a gridare al tramonto del buon gusto, chi non si sogna neanche di avvicinarci al latex, di ascoltare Lady Gaga, di guardare Jersey Shore o di praticare il cake design.

“Ciò che vi è di inebriante nel cattivo gusto, è il piacere aristocratico di dispiacere” : così, mentre c’è chi grida alla “poracciata”, Anna conta i guadagni e si bea di una forma di snobismo moderna, ben rappresentata dai suoi sandali con plateau.

E famose ‘sta fashion shower, va!

 

 

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