Che il nostro giornale debba continuare a sorbirsi le ramanzine su ciò che si deve o non si deve scrivere è abbastanza comico, soprattutto guardando i pulpiti. Sarebbe bello, per esempio, porre ai padreterni del Pd, anch’essi sempre pronti a separare il bene dal male, poche e semplici domande. Applaudire sempre e comunque il primo banchiere che passa, da Profumo a Passera, è di destra o è di sinistra? E se Bersani (e la Camusso) non trovano il tempo di andare nel Sulcis per incontrare la disperazione degli operai dell’Alcoa, è di destra o è di sinistra? Le rendite di posizione della politica, quelle di chi pianta il cartello “sinistra” (o “destra”) per meglio lucrarci sopra, ci interessano poco. Preferiamo confrontarci con il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, che magari non gradisce che si insista troppo sui diktat di Grillo e Casaleggio, ma diventa il testimone della piccola rivoluzione di un primo cittadino che dice: di finire sui giornali non mi interessa, io devo risolvere i problemi della mia città.
C’è qualcosa che supera le distinzioni politiche pur necessarie ed è la verità delle cose e delle persone. Noi non ci chiediamo troppo come la pensa questo o quello o quale casacca porti addosso. Noi vogliamo sapere chi è e cosa vuole fare per migliorare le cose. Si mettano pure l’anima in pace maestrini e corazzieri. C’è un’Italia che cambia e noi siamo lì.
Post scriptum: abbiamo raggiunto e superato l’obiettivo 150mila firme per i magistrati. Grazie a tutti voi. Le consegneremo a Antonino Di Matteo e Antonio Ingroia, alla presenza di Giancarlo Caselli, oggi pomeriggio alle 17 – La diretta sul nostro sito