Sulla strage di Chevaline, in Francia, in un’amena foresta nelle vicinanze del lago di Annecy, comincia a concretizzarsi qualche pista. Gli Al Hilli, inglesi di origine irachena, trucidati quasi al completo mercoledì pomeriggio, a parte le due figlie della coppia, erano solo un’abbiente e tranquilla famiglia della periferia londinese in vacanza? Qualche crepa, in realtà, comincia ad aprirsi in questa versione ufficiale, resa nota inizialmente. Si indaga in particolare sul fratello Saad Al Hilli, ingegnere informatico di 50 anni. Che forse era (o era stato) sotto sorveglianza da parte dell’intelligence britannica. E che avrebbe avuto contrasti, forti contrasti sull’eredità del padre.

Ma andiamo per gradi, iniziando dalla storia “ufficiale” della coppia Al Hilli, come ricostruita dalle forze dell’ordine francesi e inglesi. Abitavano in una villa a Claygate, nel Surrey, alle porte di Londra. A 25 km a sud-ovest di Londra, è un villaggio residenziale, piuttosto chic, con 6mila abitanti: pieno di alberi e dove tutti si conoscono. La loro villa si trova su Oaken Lane, una bella casa in mattoncini, di quelle classiche e impeccabili, ora circondata da orde di giornalisti, che stanno comunque contribuendo all’inchiesta. La moglie di Saad, Iqbal, era una dentista, ma da anni ormai non esercitava più, per accudire le due figlie, scampate alla strage, Zaina, di sette anni, e Zehab, di quattro. I genitori di Iqbal vivevano in Svezia: la mamma è una delle vittime, ritrovate senza vita, crivellate di colpi, nella Bmw station wagon della famiglia, nella foresta francese di Chevaline.

Saad e Iqbal si sarebbero conosciuti una decina di anni fa a Dubai. La famiglia dell’uomo sarebbe scappata dall’Iraq all’inizio degli anni Novanta (secondo altre fonti addirittura negli anni Settanta) per fuggire il regime di Saddam Hussein. Secondo un vicino degli Al Hilli, George Aicolina, intervistato da Le Figaro, “era una famiglia unita, adorabile e apprezzata da tutti i vicini”. A lui piaceva il bricolage e andare in bicicletta. “Ma soprattutto era pazzo delle figlie, molto intelligenti e dotate di talenti artistici”, ha aggiunto Aicolina. La famiglia parlava inglese a casa. Era assolutamente integrata alla cultura occidentale. Saad aveva creato un’impresa di servizi informatici, Shtech.

Il suo commercialista, Julian Stedman, ha sentito distrattamente al telegiornale dell’eccidio. Ma non ha capito subito che si trattava di Saad e dei suoi. “Non avrei mai potuto immaginare, sono sotto choc”, ha dichiarato a France Press. Questo quadretto, in gran parte idilliaco, però, nelle ultime ore ha cominciato a presentare qualche crepa. Secondo il Daily Mail, innanzitutto, l’ingegnere sarebbe stato messo sotto sorveglianza dai servizi segreti britannici nel 2003, al momento dell’invasione dell’Iraq. Lo ha confermato al giornale un vicino (anonimo), che avrebbe ospitato gli agenti segreti così da effettuare i controlli. Non solo: lo stesso Daily Mail, oltre al Daily Telegraph, invocano da ieri sera un grave dissidio tra Saad e il fratello Zaid a causa dell’eredità paterna. Era morto appena un anno fa, lasciando ai figli un ingente patrimonio, composto anche di proprietà immobiliari in Francia, Spagna, Regno Unito e Iraq. Da parte sua, il settimanale Le Point indica possibili contrasti fra i due fratelli su investimenti nei paradisi fiscali.

Sta di fatto che stamani anche Eric Maillaud, il procuratore di Annecy, che indaga sui fatti (e che si è finora dimostrato prudentissimo nelle sue dichiarazioni ai media) ha confermato che ci fosse “un litigio tra i fratelli Al Hilli: è un’informazione seria, che ci è pervenuta dalle forze dell’ordine inglesi”. Maillaud sta aspettando di poter interrogare Zaid Al Hilli. Maillaud attende anche i risultati dell’autopsia dei quattro cadaveri rinvenuti nella foresta (la coppia, la madre di lei e un ciclista che passava di lì per caso). E soprattutto vuole interrogare, appena possibile, la più grande delle figlie, ferita gravemente, che è già stata rioperta. Ma che non si troverebbe più in pericolo di vita. La più piccola, di soli quattro anni, è invece rimasta illesa. Ma è restata per otto ore, immobile, sotto il corpo della madre. I poliziotti francesi, che avevano isolato la scena del crimine, non l’avevano vista. Su questo le polemiche a Parigi imperversano. Sembra una storia inverosimile. 

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