A nemmeno 24 ore dalle esternazioni di Giovanni Favia contro Gianroberto Casaleggio, si susseguono le prese di posizione degli eletti del Movimento 5 Stelle nei consigli comunali e regionali sparsi nel Nord Italia tra l’Emilia Romagna e il Piemonte.  

E se tace per il momento Massimo Bugani, consigliere del Comune di Bologna, fedelissimo di Grillo e da mesi in rotta di collisione con Favia, da Parma arrivano le parole del sindaco Federico Pizzarotti, vicino al consigliere “ribelle” che, pur non entrando nel merito delle sue affermazioni (“chiedetelo a lui”), boccia l’idea di un eventuale passo indietro da parte del consigliere regionale. “Dimissioni? Non mi sembra il caso – risponde ai cronisti – ha espresso solamente delle sue perplessità, ora è necessaria una fase di dialogo, un congresso. Ieri sera è stato lui a scrivermi per avvisarmi che era uscita questa cosa, era dispiaciuto”. Per quanto riguarda la democrazia, Pizzarotti ribadisce poi la libertà e l’indipendenza da Casaleggio e da Grillo sulle scelte di Parma. “Io parlo per Parma e assicuro che non ci sono state ingerenze, io stesso sono stato eletto dalla base, il programma l’ho scritto io, le liste le abbiamo fatte da soli, i candidati li abbiamo scelti noi e addirittura alcuni non hanno mai conosciuto Grillo, lo incontreranno per la prima volta quando verrà a Parma il 22 settembre”. Anche sul caso Valentino Tavolazzi, l’espulso del Movimento proposto come direttore generale del Comune ducale, il sindaco respinge l’ipotesi del diktat di Casaleggio: “Abbiamo deciso di scegliere una strada diversa, quella di un comitato di direzione, come avremo modo di spiegare alla città più avanti. Casaleggio e Beppe in questi mesi li ho sentiti più che altro per problemi di comunicazione e per la gestione del blog, non sulle scelte per la città”.

Parole a favore di Favia arrivano anche da Marco Vagnozzi, presidente del consiglio comunale di Parma: “Ha detto che nel Movimento non c’è democrazia interna, ma questo non è vero e non lo pensa nemmeno Giovanni. Sicuramente però sarà per noi uno spunto per un confronto regionale all’interno del Movimento, dove ognuno potrà esprimere la propria idea”. Una sorta di “congresso” (anche se il termine non piace ai Cinque stelle) che anche il sindaco Pizzarotti ritiene indispensabile in vista delle elezioni a livello nazionale. 

Solidarietà arriva anche da Pietro Vandini, consigliere  a 5 stelle nel comune di Ravenna, che invita a trasformare la polemica in un’occasione per affrontare i nodi irrisolti. “Da mesi  – scrive Vandini su Facebook – si parla di procedure senza guardare minimamente il lavoro che viene svolto, evidentemente ci sono alcune cose da chiarire. Da mesi lo chiediamo, che sia arrivato il momento?”. Sulla stessa linea il primo espulso dal Movimento, Valentino Tavolazzi, da tempo molto critico nei confronti di Casaleggio. “ Favia ha detto la verità. So che non l’aveva fatto prima per non danneggiare il Movimento. Da domani inizia una nuova fase per la democrazia interna, per la crescita del Movimento, non solo numerica”. Il ferrarese conclude la nota con un incoraggiamento  al consigliere emiliano, invitandolo a “non mollare”.

Più severi fuori dall’Emilia Romagna. In Piemonte, l’eletto in Regione Davide Bono arriva a chiedere un passo indietro di Favia. “Sono senza parole per quello che ha detto a Piazza Pulita – commenta su Facebook –  tra l’altro con un’ingenuità pazzesca. Almeno sappiamo come la pensa. Non possiamo accettare però che faccia credere che siamo delle marionette di Casaleggio e distruggere il Movimento”.

Mentre il consigliere comunale di Torino, Vittorio Bertola, pur non appoggiando l’ipotesi di dimissioni, bacchetta Favia, accusandolo di avere un secondo fine: “ Deve semplicemente continuare a fare il consigliere regionale , che peraltro fa bene, e smettere di andare sulle televisioni nazionali”. E poi aggiunge: “Ho troppa stima dell’intelligenza di Giovanni Favia per non pensare che fosse perfettamente cosciente che ciò che diceva sarebbe stato registrato e pubblicato. Di solito fa così chi vuole farsi buttar fuori per poter fare la vittima e andare in un altro schieramento politico”.

“Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai definito le liste per le elezioni comunali e regionali. Né io, né Beppe Grillo, abbiamo mai scritto un programma comunale o regionale. Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai dato indicazioni per le votazioni consigliari, né infiltrato persone nel Movimento Cinque Stelle”. Così, con poche righe pubblicate in un minipost sul blog di Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio aveva replicato questa mattina alle affermazioni del consigliere emiliano Giovanni Favia. Una smentita secca e divisa punto per punto, con cui lo spin doctor di Beppe Grillo respinge al mittente tutte le accuse. Il succo del messaggio è chiaro: nessuna ingerenza di troppo, né per quanto riguarda i programmi elettorali, né per quanto riguarda i candidati da piazzare alle liste.

In un fuori onda trasmesso ieri dalla trasmissione di la 7, Piazza Pulita, il consigliere dell’Emilia Romagna aveva usato parole durissime contro il cofondatore, descrivendolo come “spietato e vendicativo”, una sorta di padre padrone, che parla di democrazia ma incapace di applicarla all’interno del suo stesso movimento. “Casaleggio prende per il culo tutti. Da noi la democrazia non esiste” è una delle frasi più forti.

di Silvia Bia e Giulia Zaccariello

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